Vendite di videogiochi e di cd-rom in Italia

Il prezzo dei cd-rom è in crescita; non riguarda tutti i tipi di cd-rom, ma la tendenza è chiara, come si vede dalla rilevazione di Gfk Marketing Services

Il prezzo dei cd-rom è in crescita. Forse c’entra la sostituzione della lira
con l’euro e non riguarda tutti i tipi di cd-rom, ma la tendenza è chiara. Lo
dice una rilevazione di Gfk Marketing Services, che ha misurato le vendite, il
giro di affari e il prezzo medio dei prodotti in Italia, da agosto del 2001 a
gennaio 2002. Vediamo cosa è accaduto, in dettaglio.


Ogni mese 150mila pezzi
In media, gli italiani hanno acquistato circa
150mila cd-rom ogni mese, con l’eccezione di dicembre che, grazie ai regali di
Natale, ha fatto registrare un balzo nelle vendite, salite a oltre 384mila
unità. Che i cd-rom siano soggetti alla stagionalità lo dimostra il dato di
gennaio 2002, quando le vendite sono scese a 153mila pezzi. Per comprare cd sono
stati spesi in media ogni mese 3,7 milioni di euro, salvo che in dicembre quando
dalle tasche degli acquirenti ne sono usciti 10,6 milioni. Con questi livelli di
spesa, il costo medio di un cd rom si è attestato intorno a 25 euro, ma è
risultato anche in crescita: se in agosto era di 23,36 euro a gennaio era salito
a 26,86. Forse, però, l’ingresso della nuova moneta non c’entra, visto che il
costo massimo dei cd si è verificato proprio in dicembre, arrivando a 27,72
euro. Le cause di questo comportamento, sono probabilmente l’uscita di nuovi
titoli (le novità sono sempre più costose dei prodotti in vendita da tempo) e
l’attesa di vendite maggiori da parte dei negozianti.


I giochi sempre in testa
Sono stati i giochi a fare la parte del leone.
La loro quota sul totale delle vendite si è mantenuta sempre sopra il 70 per
cento, con punte del 78 e del 77 per cento in agosto e in dicembre. Al secondo
posto nelle preferenze degli italiani troviamo la categoria dei prodotti “Home
svago”, titoli poco impegnativi anche questi. Seguono, molto distanziati, i
cd-rom “Educativi” (6-9 per cento degli acquisti), quelli di “Arte e cultura”
(con il 3-4 per cento) e le “Compilation o shareware” (intorno al 2-3%). Per i
giochi, Gfk ha rilevato anche la diversa destinazione: i cd-rom per personal
computer e quelli che girano solo su consolle (tipo Playstation). I giochi per
computer sono stati sempre in maggioranza, anche se la loro quota è scesa in sei
mesi dal 68 al 58 per cento, probabilmente grazie alla diffusione in questo
periodo di consolle più belle e potenti. Questo nonostante il costo dei giochi
per computer sia stato sempre più basso di 6-7 euro rispetto alla media di
quelli per consolle. A gennaio, un gioco per personal costava, infatti, 25,49
euro, mentre uno per console ne valeva 32,92.


L’arte costa di più
Non sono i giochi, però, i cd rom risultati più
costosi, ma quelli d’arte e cultura. Il loro prezzo è sempre stato intorno ai 30
euro, saliti a oltre 35 nei mesi di dicembre e gennaio. Molto meno cari sono,
ovviamente, le compilation di programmi, ma non di molto. Il loro prezzo medio è
risultato, infatti, di 19,41 euro, con una punta di quasi 26 in dicembre.
Intorno ai 20 euro o poco più, troviamo, infine, le altre due categorie di cd
“Home svago” ed “Educativi”.

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