Vatican story

Come la Santa Sede usa l’Ip e lo mette in sicurezza.

Dodici anni fa il Vaticano ha creato un Ufficio Internet per fargli gestire le attività tecniche per una presenza della Santa Sede sulla Rete. Furono lo stesso Santo Padre del tempo, Giovanni Paolo II e l’allora direttore della Sala Stampa del Vaticano, Navarro-Vals, a definire il progetto della realizzazione di un sito e l’esplorazione delle nuove funzionalità di Internet.
Il progetto si concluse nel 1997, anno in cui è stato inaugurato il primo sito completo, vatican.va.

Sotto il controllo diretto della Segreteria di Stato, con la sovrintendenza di Monsignor Claudio Maria Celli, l’Ufficio Internet della Santa Sede opera attraverso due sedi fisicamente separate: la prima gestisce tutte le attività tecniche ed i progetti di innovazione tecnologica, mentre la seconda si occupa delle attività redazionali inerenti il sito istituzionale della Santa Sede e Vaticano.

L’Ufficio Internet oggi è responsabile dell’amministrazione, oltre che del sito pubblico e dell’intranet che collega diversi Dicasteri della Curia Romana e uffici della Città del Vaticano, anche dei 2mila account di posta elettronica utilizzati da chi lavora in Vaticano e dunque della gestione dei flussi di posta elettronica sia interni che esterni alla Santa Sede.

Per quanto concerne la sicurezza, operando sin dalla sua origine esclusivamente con sistemi operativi Unix e Linux, l’ufficio si è orientato inizialmente verso firewall e anti- spam di tipo opensource, personalizzati internamente, mentre per quanto riguarda l’anti-virus ha utilizzato quelli di Sophos.

Il Responsabile dell’Ufficio Internet della Santa Sede, Stefano Pasquini, ha rivelato che tra il 2004 ed il 2005 è stata resa operativa una nuova sala macchine composta da oltre 130 server, implementando progetti basati sul protocollo Ipv6 e il multicast (Ipv4/Ipv6).

Per il controllo delle comunicazioni è stato adottato PureMessage per Unix, sempre di Sophos, che controlla dei flussi di posta relativi ai settori d’attività in mano all’Ufficio, compresa la gestione delle 2mila caselle di posta utilizzate da chi lavora in Vaticano.

Lo strumento ha consentito di gestire la decuplicazione del flusso di mail in ingresso registratesi nel periodo di vacanza papale, prima dell’elezione di Benedetto XVI, quando milioni di messaggi provenienti da fedeli di tutto il mondo arrivavano in Vaticano.

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