Uva privacy

Curiosa valutazione a Bruxelles.

Pare che la Commissione europea abbia “plaudito” alla decisione di Google di dimezzare da 18 a 9 mesi il tempo di conservazione dei dati degli utenti che utilizzano il suo motore di ricerca.
 
Lo riporta una nota di Adnkronos, secondo la quale il vicepresidente della Commissione europea Jacques Barrot considera “questo progresso verso i principi europei di tutela della privacy e delle norme Ue sulla protezione dei dati come un buon passo nella giusta direzione”.

L’obiettivo dichiarato è quello dei 6 mesi di conservazione.

Spiace tornare su un argomento ritrito, ma se una volta fissato un obbiettivo un semplice avvicinamento comporta un plauso ufficiale, quando lo si raggiunge che si fa, festa transnazionale?

Per avere oltretutto qualcosa che, data la fonte istituzionale che lo fissa, è dovuto?

E poi ci sarebbe sempre il tema di una privacy che scatta a orologeria, solo dopo sei mesi.
 
Insomma, un diritto che va maturando con il tempo, come l’uva, ma che si ottiene quando ormai il vino, coi nostri dati, chi voleva farlo l’ha fatto.

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