URI, la nuova minaccia per i sistemi It

Una sbagliata gestione degli Uniform Resource Identifier permette l’esecuzione di codice maligno. Tutti i dettagli.

In queste settimane si è sollevata una polemica relativamente alle responsabilità
relative a bug collegati con la scorretta gestione degli URI. In particolare,
Juergen Schmidt, ricercatore presso Heise Security, ha fatto presente come secondo
lui Internet Explorer 7 trasmetta URI non validi e potenzialmente pericolosi
a Windows XP. In particolare, Schmidt ha spiegato come Internet Explorer 7 accetti
da altre applicazioni URL contenenti il simbolo percentuale (“%”).

Il carattere percento viene utilizzato in un meccanismo di codifica quando
in un URI è necessario rappresentare un carattere che assume un significato
speciale in determinati contesti e che quindi creerebbe problemi. Un punto esclamativo
può essere codificato, per esempio, in %21, un apostrofo in %27, i due
punti con %3A.

A causa di una lacuna nella gestione degli URI, diversi ricercatori hanno verificato
come, ad esempio, utilizzando un URI contenente il carattere non valido % (mailto:test%../../../../windows/system32/calc.exe”.cmd),
l’applicazione “vulnerabile” esegua un comando non richiesto dall’utente
(in questo caso verrebbe avviata la Calcolatrice di Windows). Interessate dal
problema sono apparse applicazioni conosciutissime come Adobe Acrobat 8.1, Miranda
0.7 e Netscape 7.1.

Microsoft stessa ammette di aver
scoperto un espediente che può essere utilizzato da parte di malintenzionati
per compiere azioni potenzialmente dannose sul sistema dell’utente.

Che cos’è l’URI?
URI è acronimo di Uniform Resource Identifier: un indirizzo che, in forma
compatta, consente di identificare una qualsiasi risposta come una pagina web,
un documento, un’immagine, un indirizzo e-mail e così via. Gli URI sono
definiti utilizzando una specifica sintassi, facente riferimento all’uso di
differenti protocolli. URL (Uniform Resource Locator) e URN
(Uniform Resource Name) possono essere considerati sottoinsiemi di URI.

L’indirizzo http://www.01net.it/ è un URI che identifica una risorsa
– ovvero la home page di http://www.01net.it/ – e che implica la possibilità
di ottenere una rappresentazione della risorsa stessa (in questo caso una serie
di tag HTML che consentono di comporre la struttura della pagina principale
del sito) attraverso l’uso del protocollo HTTP.

Il termine “indirizzo Internet” in effetti non può essere
definito in modo formale: viene solitamente utilizzato, per semplificare anche
se non correttamente, come sinonimo per URL o URI e, generalmente, ci si riferisce
all’utilizzo dei protocolli http: o https:.

Uno URN è un particolare URI che consente di individuare una risorsa
mediante un nome, memorizzato in un particolare dominio denominato “namespace”
(spazio dei nomi, appunto). Uno URN permette di riferirsi ad una risorsa senza
dare informazioni sulla sua collocazione o sulla sua rappresentazione, differentemente
rispetto a quanto visto con gli URL.

Uno URI si compone di più parti: uno schema che fornisce informazioni
sul protocollo usato (ad esempio, http:, ftp:, mailto:) ed una serie di dati,
aggiunti in successione, che dipendono dallo specifico schema. Sintassi e semantica
di queste ultime informazioni sono determinate dalle specifiche dello schema
che viene impiegato.

IANA, organismo che tra l’altro si occupa dell’assegnazione di indirizzi IP
a livello mondiale, ha pubblicato lo schema dei vari URI.

Alcuni software possono utilizzare e registrare sul sistema altri protocolli
utilizzando un proprio schema URI, ad esempio il callto: di Skype.

Quello degli URI “maligni”, collegato all’utilizzo di una o più
applicazioni che non ne prevedono un’adeguata gestione, è purtroppo destinato
a diventare uno dei grimaldelli preferiti per aggressori e sviluppatori di malware.

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