Uno sguardo alla realtà del blended learning

Attraverso l’esperienza di Margaret Driscoll, direttore Strategic Ventures di Ibm Mindspan Solutions, analizziamo le opportunità offerte da un approccio che si prefigge di condurre i discenti dal tradizionale insegnamento in aula all’e-learning.

Nella stesura della seconda edizione del mio libro "Web-based training", uno degli argomenti che hanno richiesto una revisione è stato quello relativo al cosiddetto "blended learning". Infatti, nei quattro anni trascorsi dalla prima pubblicazione, questo termine ha assunto svariati significati.


Nel corso delle mie ricerche ho scoperto come il termine "blended learning" sia riferibile a quattro concetti diversi:


1. Unione o insieme di tecnologie Web (aule virtuali, autoapprendimento, didattica collaborativa, streaming video, audio e testo) a scopo didattico.


2. Unione di approcci pedagogici (costruttivismo, comportamentismo, cognitivismo) per produrre i risultati didattici ottimali con o senza ricorso a tecnologie dedicate.


3. Impiego di qualunque forma di tecnologia didattica (videocassette, Cd-Rom, insegnamento Web, film) all’interno di corsi tenuti da un insegnante.


4. Unione o insieme di tecnologie didattiche e attività lavorative per creare un programma didattico-lavorativo integrato.


Da queste definizioni traspare come il concetto di blended learning rivesta significati diversi per persone diverse. Se a prima vista questa può sembrare una questione puramente accademica, in realtà tali definizioni illustrano chiaramente le potenzialità tuttora inespresse di questo concetto. Prima di gettare uno sguardo alle differenti applicazioni del blended learning, esaminiamo i motivi che hanno portato a un’adozione tanto rapida di questo concetto.


Non deve sorprendere che il blended learning sia ritenuto un metodo tanto efficace per avviare un’azienda sulla strada dell’e-learning. Il blended learning, infatti, è in grado di offrire importanti benefici alla persona in formazione, allo staff didattico e alle finalità dell’azienda.


Il blended learning offre alle aziende l’opportunità di condurre gradualmente gli studenti dal tradizionale insegnamento in aula all’e-learning rendendo più facili da accettare i cambiamenti insiti in questa transizione. Un ambiente "blended" permette agli insegnanti e ai progettisti dei corsi di sviluppare le competenze necessarie per implementare l’e-learning in fasi successive.

I benefici per gli studenti


I responsabili didattici possono, infatti, portare online piccole sezioni dei programmi mano a mano che le conoscenze di e-learning vengono sviluppate. Da questo punto di vista, anche i costi e le risorse rivestono una notevole importanza. Le molte aziende che hanno investito ingenti quantità di denaro nello sviluppo di materiali per l’insegnamento in classe non sono certo disposte a gettare al vento tali risorse.


Il blended learning permette di integrare o completare i corsi esistenti anziché sostituirli in blocco. In ultima analisi, il blended learning è stato adottato tanto rapidamente proprio in quanto offre importanti benefici per lo studente, lo staff didattico e gli obiettivi dell’azienda. Anche l’aver incontrato i clienti Ibm Mindspan si è rivelato una preziosa esperienza, in quanto mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze riguardo alle nuove applicazioni del blended learning. Le applicazioni che seguono rappresentano esempi concreti di una o più delle definizioni di blended learning viste precedentemente.


1. Portare i test online. Uno dei modi migliori per applicare il concetto di blended learning è quello di portare online un test o una prova valutativa. Una società di servizi finanziari ha creato una blended solution per un corso di assistenza clienti. In pratica, il tradizionale corso in aula con insegnante di due giorni di durata è stato trasformato in un test online con scelte multiple. Questa trasformazione ha consentito al dipartimento didattico dell’azienda di automatizzare l’assegnazione dei punteggi e ha semplificato il tracking e l’analisi dei risultati.


2. Implementare una comunità practice-oriented. Un’azienda tecnologica alle prese con l’esigenza di insegnare al proprio personale It un nuovo linguaggio di programmazione ha creato un forum di discussione accessibile dopo l’insegnamento. Questo forum ha permesso agli studenti di mantenere i contatti con i compagni di corso ponendo domande, scambiando opinioni e inviando suggerimenti.


3. Rendere disponibili i materiali di riferimento. Una volta completato il programma didattico, al personale di un ente pubblico sono stati forniti dei link con i materiali di riferimento relativi al corso appena concluso. Tali link hanno permesso agli studenti di approfondire determinati argomenti riducendo la dipendenza da materiali cartacei destinati a diventare superati nel giro di pochi mesi.


4. Condurre online i test preliminari. Il programma di sviluppo del management di Ibm, Basic Blue, costituisce un eccellente esempio di test preliminari svolti online. I manager partecipanti al programma Basic Blue devono completare i test preliminari online per poter ottenere l’autorizzazione a proseguire il corso. I test preliminari online permettono di risparmiare i costi associati alla spedizione dei materiali e di tenere traccia dei punteggi in modo da assicurare la corretta preparazione dei candidati.


5. Introdurre l’insegnamento online durante l’orario d’ufficio. Un’azienda che ha investito in un insieme di corsi su Cd-Rom per l’insegnamento di una nuova applicazione desktop ricorre all’insegnamento online durante l’orario di ufficio per integrare quanto contenuto nei Cd. In questo modo gli studenti che necessitano di un sostegno possono appoggiarsi a personale in grado di fornire assistenza, suggerimenti per l’autoapprendimento o semplice incoraggiamento.


6. Usare l’insegnamento/affiancamento come strumento. Un produttore che addestra i propri tecnici dell’assistenza tramite un corso in aula della durata di cinque giorni ha messo a punto un programma di integrazione online. L’azienda ha rilevato, infatti, l’esigenza di molti partecipanti, una volta terminato il corso, di potersi rivolgere a un esperto per discutere dei problemi incontrati sul campo. Questo tipo di interazione consente ai tecnici di porre quesiti e ottenere chiarimenti su problematiche di ordine pratico permettendo al tempo stesso all’esperto (o all’insegnante) di intervenire in modo appropriato sul programma dei corsi.


7. Fornire ausili lavorativi. Un’azienda farmaceutica fornisce un corso online per i nuovi venditori integrato da ausili tecnologici avanzati. Il corso insegna tecniche di vendita avanzate basate su specifiche strategie per ogni fase del ciclo di vendita. Una volta terminato il corso, ai venditori viene fornito un Pda (Personal digital assistant) per facilitare l’organizzazione dei contatti. L’ausilio tecnologico rappresentato dai Pda aiuta i rappresentanti a rivedere le strategie di vendita e permette loro di accedere a brevi suggerimenti tratti direttamente dai contenuti del corso.


8. Permettere di accedere a esperti. Al termine di un recente programma di formazione tenutosi a Singapore, molti tecnici commerciali Ibm Mindspan hanno mostrato interesse ad approfondire lo studio dell’architettura dei prodotti in uscita nel corso dell’anno successivo. Le persone più preparate per rispondere a questo tipo di domande si trovavano a Cambridge, nel Massachusetts. Al termine del corso, è stato quindi organizzato un programma in aula virtuale in grado di consentire ai tecnici asiatici di interagire con gli esperti dislocati negli Stati Uniti. La sessione ha contemplato il ricorso ad applicazioni, documentazioni e lavagne condivise.


9. Porre l’esperto in linea. Ibm possiede un’applicazione, chiamata Blue Pages, che funge da elenco telefonico per contattare esperti specializzati nelle tematiche desiderate. Ad esempio, se un utente necessita dell’aiuto di un esperto in intelligenza artificiale, nelle normative per i disabili o nelle traduzioni, questo tipo di tool permette di accedere alle migliori fonti disponibili al di fuori di un corso formale.


10. Massimizzare l’uso del messaging e dell’e-mail. La posta elettronica è, con ogni probabilità, uno dei metodi più apprezzati per estendere le soluzioni di blended learning. Il ricorso a liste di distribuzione e-mail prima, durante e dopo i corsi offre numerosi vantaggi. Inviate direttamente agli studenti, le e-mail possono comprendere allegati relativi a nuove informazioni, link verso ulteriori risorse, suggerimenti per la partecipazione a corsi avanzati e avvisi per la ri-certificazione.


Quelli descritti sono soltanto alcuni esempi, benché io ritenga che il vero balzo in avanti sia rappresentato dalla fusione del blending learning con l’attività lavorativa. Poiché tuttavia è bene iniziare a camminare prima di pensare a correre, questi esempi reali offrono preziosi spunti per l’introduzione del blended learning.

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