Unix e Intel convergono. Il grid esce dall’università e si affaccia sull’azienda

Autogestione e calcolo distribuito fanno da contraltare alle esigenze di consolidamento. Da un lato, il mercato evolve verso soluzioni che si autogestiscono, dall’altro gli ingombri si fanno sempre più ridotti. Unix attira le Pmi, mentre le architetture Intel si scontrano con i mainframe.

Il mondo delle architetture server è in subbuglio. I confini, al suo interno, sono piuttosto incerti. Se fino a qualche anno fa il mercato era caratterizzato da una polarizzazione piuttosto chiara intorno agli universi Unix e Wintel (Windows/Intel), che corrispondeva a una focalizzazione piuttosto decisa sul mondo enterprise di fascia alta (il primo) e sulle medie e piccole realtà (il secondo), oggi l’evoluzione tecnologica ha rotto gli equilibri. Stiamo assistendo, di fatto, a una progressiva espansione verso l’alto dei sistemi Intel, che arrivano a competere coi mainframe e a questa tendenza corrisponde, per contro, una più ampia adozione delle macchine Unix da fasce d’utenza che, fino a pochi mesi fa, non potevano permettersi soluzioni di questo tipo. I sistemi Windows, infatti, grazie soprattutto al processore a 64 bit Itanium, sono oggi appetitosi anche per le grandi aziende mentre Unix si sposta dai data center alle realtà medie e medio-piccole, in virtù di prezzi che, seppure non si possono dire contenuti, sono comunque accessibili per questa fascia d’utenza. Ma molto fermento, soprattutto da parte di Ibm e Compaq, c’è anche intorno ai sistemi open source, a testimoniare il fatto che il mondo Wintel/Itanium si sta aprendo a Linux e alle sue varie declinazioni, anche se non ci si deve illudere che open source sia sinonimo di bassi costi. Proprio il problema delle spese di gestione di architetture così complesse ha portato i grossi nomi del mercato alla svolta del self healing, ovvero dei sistemi in grado di autogestirsi e autoripararsi. Il pioniere è stato Ibm con eLiza, una soluzione che, automaticamente, corregge gli errori dei server Big Blue, redistribuisce i carichi, permette alle macchine di autoconfigurarsi. Più di recente si è affiancato anche Unisys, con la tecnologia Server Sentinel. La tendenza alla despecializzazione ha portato, negli ultimi anni, a convertire le macchine prima dedicate ad applicazioni specifiche a funzioni trasversali. Per risolvere i problemi di spazio dei data center, un aiuto viene dalle nuove reingegnerizzazioni dei sistemi tradizionali. I server blade (sistemi ultradensi, di dimensioni estremamente ridotte e simili a una scheda) stanno ottenendo ampi consensi. Anche se la maggior parte delle offerte è basata su standard proprietari, incompatibili con quelli degli altri produttori, la domanda potenziale non manca. E se è vero che le tendenze imposte dai big dell’hardware sembrano indirizzare il mercato, è altrettanto vero che il cuore del consolidamento si realizza nella componente applicativa. Dal consolidamento alla virtualizzazione il passo è breve: Ibm mette già a disposizione soluzioni di astrazione sui server Unix e, a breve, anche in ambienti Intel.

Uno sguardo al mercato


Per capire cosa sta succedendo è utile concludere con uno sguardo al mercato. Secondo Gartner Dataquest, nel 2001 le vendite mondiali di server ammontano a 4,4 milioni di unità, solo un +1,8% rispetto al consuntivo del 2000. La recessione si è fatta sentire soprattutto per Compaq (che, secondo l’analista, mantiene comunque la leadership), Hp e Sun. Crescono, invece, Dell e Ibm, alla quale Idc attribuisce il primo posto nel mondo in valore. In Italia, i dati Sirmi confermano un mercato un po’ sottotono, in cui i sistemi proprietari venduti passano dai circa 6mila del 2000 a 5.130 unità nel 2001, con un calo dell’11%. Le consegne di sistemi Unix passano a circa 11.876 unità e perdono l’1% mentre crescono del 29% i pc server, che superano le 135mila unità. Cresce, però, il valore medio dei progetti Unix e dovrebbe esserci spazio ulteriore perché le applicazioni che vengono sviluppate su questi sistemi sono molto più complesse che in passato.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome