Unisys inventa la nuova dimensione del mainframe

I paradigmi di business attuali e la maggior esigenza di performance sono i driver che stanno spingendo alla rinascita “il dinosauro” dell’informatica, oggi in una veste inedita, “tutta casa e clienti”. La chiave di lettura, ovviamente, è l’apertura all’e-business dell’It aziendale.

La scelta strategica di Unisys è chiara: portare il proprio tradizionale parco clienti nel mondo Web, con il minor trauma possibile. L’e-business ha esasperato un problema con cui ci si stava da tempo confrontando. Da una parte, il settore più consolidato delle aziende, quello che per primo ha conosciuto il fenomeno dell’informatizzazione, fortemente missional critical, si continua a muovere sui mainframe, dotati di software ultra collaudati e conosciuti, che, euro e Anno Duemila a parte, danno affidabilità. Dall’altra, l’impetuosa avanzata di un modo nuovo di gestire, comunicare e interagire con le terze parti, siano essi clienti e venditori, cavalca l’ormai unica strada percorribile, il mondo Web. Molte sono le soluzioni proposte al problema di far parlare il classico con il moderno, il mainframe, dove si trovano dati e applicazioni, con il mondo Web, destinato sempre più al loro trasporto.

Un dialogo imprescindibile


Le soluzioni Web-to-host si configurano a tanti livelli nella speranza di soddisfare il maggior numero possibile di utenti, venendo incontro alle più diverse esigenze. Ma il problema che comunque rimane è che i due mondi devono comunicare e quando, come spesso accade, si trovano su due macchine diverse, il dialogo avviene attraverso una connessione di rete, con tutti i rallentamenti tipici che questo comporta, aldilà della soluzione adottata. La proposta di Unisys è quella di avere una macchina basata su processori Intel (fino a 32), oltre ai chip proprietari, sulla quale possano girare contemporaneamente diversi sistemi operativi, sia quelli legacy (Unisys 2200 e Mcp) sia quelli aperti. Questa nuova architettura, chiamata Cellular MultiProcessing (Cmp), permette di avere diverse macchine virtuali sullo stesso sistema, attraverso una tecnica di partitioning fisico/logico, a vantaggio dello scambio di informazioni tra i diversi sistemi operativi, evitando in questo modo il collo di bottiglia della rete, e fornendo performance tipiche dei mainframe.

I nuovi ClearPath


Su quest’architettura si basano i nuovi server della famiglia ClearPath Plus. Ci troviamo di fronte a server Microsoft di classe enterprise, o, se si preferisce, a mainframe in grado di far girare Windows 2000, oltre ai sistemi proprietari. Come ha tenuto a sottolineare Kevin McHugh, vice president program marketing di Unisys: “I clienti ClearPath che hanno sviluppato su questa piattaforma le loro applicazioni per l’e-business, grazie alla nuova architettura Cmp, saranno in grado di trasportarle, in modo immediato nel mondo Web. Questo grazie anche alla dotazione software, al middleware Unisys Heterogenous Multiprocessing (Hmp), che include il sopporto alle diverse tecnologie orientate all’e-business come Java, Xml, MqSeries di Ibm e Microsoft .Net. Tutto questo è il culmine della strategia di Unisys, iniziata nel 1986, quando la Sperry e la Burroughs si fusero per dar vita alla nuova azienda. Oggi ci troviamo finalmente di fronte a un unico hardware in grado non solo di far girare i due originali sistemi operativi proprietari, ma anche quelli aperti. L’annuncio della nuova architettura si concretizza attraverso l’offerta di due nuove macchine ClearPath Plus Server, serie Cs700. La prima, di fascia alta, il Cs7802, è la piattaforma server più potente dell’offerta Unisys, si basa sul sistema operativo Unisys 2200 e si orienta a grandi utenti, tra cui quelli che oggi usano il suo predecessore, l’Ix6800, rispetto al quale è in grado di fornire performance sino a due volte superiori. Sarà disponibile a partire da agosto. La seconda, il Cs7101, disponibile subito, offre performance di classe midrange ed è basato sulla Virtual System Architecture. Orientata anche a chi già utilizza il sistema operativo Mcp, si basa su una configurazione di processori Intel, ed è in grado di supportarne fino a 32, arrivando ai 57 Mips. La tecnologia Cmp non rimarrà relegata all’ambiente Unisys, ma sarà adottata da altri produttori (Dell, Hitachi, Compaq) per offrire server Intel high end. Sarà dunque la “capacity on demand” a ridare linfa al mainframe all’interno delle rete del futuro.

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