Unisource, la fine di un’alleanza

Il mercato delle telecomunicazioni è ancora alla ricerca di un equilibrio. Le alleanze, che hanno caratterizzato i primi anni dopo la deregulation americana e all’inizio e in preparazione di quella europea, sono entrate in crisi, altre ne sono n …

Il mercato delle telecomunicazioni è ancora alla ricerca di un equilibrio.
Le alleanze, che hanno caratterizzato i primi anni dopo la deregulation
americana e all’inizio e in preparazione di quella europea, sono entrate in
crisi, altre ne sono nate e i vari operatori cercano nuovi assetti. é il
caso, per esempio, di Unisource, per la quale è pronto un piano per un
cambio di gestione e proprietà.
Unisource è nata nel 1992 come alleanza tra l’olandese Kpn (recentemente
protagonista di un accordo con Qwest), la svedese Telia e la svizzera
Swisscom (delle tre solo quest’ultima è presente direttamente in Italia,
mentre le altre due lo sono solo attraverso Unisource). Al gruppo si sono
aggiunte nel 1994 il colosso statunitense At&T e la spagnola Telefonica.
Quest’ultima per prima, a fine ’97, e At&T dopo, l’anno scorso, hanno
lasciato l’alleanza. La spagnola alleandosi con il duo Bt-Mci, che si è po
i
sciolto proprio perchè At&T, lasciando Unisource, si è "sposata con Bt.
Il 1998 è stato un anno nero per Unisource, che ha perso qualcosa più di
150 milioni di euro (mentre nel ’97 la perdita era stata contenuta in circa
62 milioni di euro) su un giro di affari di 1,3 miliardi di euro (in
crescita del 25%).
Di fatto, i tre alleati, hanno costruito ciascuno la propria rete
paneuropea e hanno stipulato anche accordi alternativi. Unisource, dunque,
è diventato un peso per loro, da qui la decisione di cedere la compagnia a
società di investimento, sancendone la natura ormai dichiaratamente passat
a
da tecnologica e di sviluppo a finanziaria. D’altro canto, come ha
affermato Wim Dick, presidente di Kpn, nell’ultimo resoconto annuale di
Unisource, "la cooperazione all’interno dell’alleanza è stata troppo
letargica"
.
Il dirigente olandese ha poi dichiarato: "Le differenze tra Kpn, Telia
e
Swisscom, in termini di indipendenza e ambizioni, hanno ritardato gli
investimenti. Quando, soprattutto, è stato deciso che la prevista fusione
delle reti internazionali sarebbe stata rimandata, noi abbiamo stabilito,
dopo aver consultato i nostri partner, di scegliere un altro cammino".

A essere ceduto, peraltro, saranno solo gli "avanzi", dopo che ciascun
azionista ha ricomprato la parte relativa al proprio mercato domestico e
Infonet ha acquistato At&T Unisource Communications Service (l’ex
UniWorld). Di un certo valore, pertanto sono rimasti Siris (la filiale
francese dell’alleanza) e Ucs (Unisource Carrier Services), quest’ultima
recentemente protagonista, tra l’altro, di un importante accordo paneuropeo
con Gte (si veda
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Unisource collega la rete Ip con Gte; 007; A; 27-04-1999
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). I tre azionisti venderanno la maggioranza di queste due attività a degl
i
istituti finanziari, come accennato, eventualmente quotandole in borsa. Al
momento è in vigore un protocollo di intenti, siglato in gennaio con Morga
n
Stanley e Goldman Sachs. L’operazione potrebbe concludersi entro un mese.

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