Unioncamere, l’export cresce del 3%

Nonostante il difficile clima economico che il nostro Paese sta vivendo, il sistema imprenditoriale continua a vendere all’estero e a tenere positivo l’indicatore delle esportazioni. Veneto, Lombardia e Toscana guideranno quest’anno la classifica delle esportazioni a livello regionale.

Secondo i risultati contenuti nel Rapporto
Unioncamere 2012,
saranno Veneto,
Lombardia
e Toscana a guidare quest’anno la classifica delle esportazioni
a livello regionale.

Nonostante infatti il difficile clima economico che il nostro Paese sta vivendo, il sistema
imprenditoriale continua a vendere all’estero e a tenere positivo l’indicatore
delle esportazioni (+2,8% nel 2012 la crescita in termini reali). Sarà
soprattutto il Nord-Est, Veneto in testa, a esprimere la variazione più
consistente (+3,1%), seguito dal Centro, guidato dalla Toscana, che
dovrebbe registrare un +3% a fine anno. Positiva anche la performance attesa
per il Nord-Ovest, trainato dalla Lombardia, per il quale si attende un
incremento del 2,8% delle esportazioni. Meno brillante la performance prevista
per il Mezzogiorno (+1,8%), dove peraltro, per Abruzzo e Molise, Unioncamere stima un incremento consistente delle vendite sui mercati
internazionali
(+2,6% entrambe le regioni).

Tuttavia, la crescita dell’export e l’espansione della base imprenditoriale che
stabilmente opera sui mercati internazionali, fa notare Unioncamere, risulta
frenata dalla modesta dimensione aziendale che costituisce la principale
barriera all’export delle piccole e medie imprese (la segnalano 4
imprese manifatturiere non esportatrici su 10).

Agli attori istituzionali le aziende chiedono principalmente la semplificazione
nelle procedure di erogazione dei
servizi (solo il 2% delle imprese non si dice interessata alla creazione
di un accesso unico per la fruizione dei servizi all’export, sintesi assoluta
in termini di semplificazione). E ciò vale soprattutto per le imprese che già usufruiscono
di servizi all’internazionalizzazione (41,7% contro il 21% delle imprese
esportatrici che non acquistano servizi). Oltre un terzo delle imprese
esportatrici dichiara invece di preferire un accompagnamento più stringente nei
Paesi dove l’attività internazionale viene svolta, evidenziando quindi la
necessità di rafforzare il legame tra la rete italiana e quella internazionale nell’offerta di servizi
all’internazionalizzazione

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