Un’infrastruttura ad alta affidabilità e a costi competivivi per i servizi di Csi Piemonte

Il Csi Piemonte, il Consorzio che da 30 anni sviluppa sistemi informatici per gli Enti pubblici piemontesi, grazie ai suoi 178 milioni di euro di ricavi annui, gli oltre 1.200 dipendenti e le sue 8 sedi sul territorio, è fra le prime quindici aziende d …

Il Csi Piemonte, il Consorzio che da 30 anni sviluppa sistemi informatici per gli Enti pubblici piemontesi, grazie ai suoi 178 milioni di euro di ricavi annui, gli oltre 1.200 dipendenti e le sue 8 sedi sul territorio, è fra le prime quindici aziende di software e servizi in Italia in grado di realizzare servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico per cittadini e imprese in aree applicative, che vanno dall’ambiente al territorio e alla protezione civile, dalle banche dati ai tributi, dalle attività produttive alla formazione professionale e al lavoro, dai beni culturali alla sanità.

Opera, inoltre, per garantire i vantaggi delle tecnologie Ict a tutte le realtà pubbliche, indipendentemente dalla loro dimensione e dislocazione geografica, una caratteristica che ne conferma la vocazione di azienda “socialmente responsabile”, attenta alle esigenze del territorio in cui opera e alle ricadute socio-economiche delle proprie attività. Come sottolinea Luca Gioppo, responsabile dell’area Open Source in Csi Piemonte, la conoscenza di questo mondo da parte di Csi Piemonte risale a oltre 10 anni fa, dai tempi dell’introduzione del linguaggio Perl per gli sviluppi delle applicazioni Web. Ma la vera svolta verso il mondo open source arriva nel 2006, quando all’interno del consorzio viene costituito un gruppo di lavoro ad hoc dedicato a capire come queste tecnologie possano essere sfruttate al fine di favorire lo sviluppo di servizi di business per le aziende.

«L’obiettivo di Csi – ci spiega Gioppo – era quello di sviluppare una piattaforma open source basata su di un application server per razionalizzare l’erogazione dei servizi applicativi esistenti e lo sviluppo di nuovi e che offrisse un reale vantaggio competitivo alle aziende piemontesi».

Si trattava, in pratica, di creare un’infrastruttura open source ad alta affidabilità e a costi competitivi, pienamente conforme alle direttive nazionali ed europee, che potesse favorire la collaborazione e la nascita di una comunità tra Enti pubblici, imprese e mondo accademico e sostenere il settore della ricerca e la formazione di know-how specifico.

Il progetto è stato realizzato in house su server Red Hat Enterprise Linux a partire dal 2006, utilizzando come application server JBoss. Una scelta, sottolinea Gioppo, che si è rivelata vincente in quanto «JBoss soddisfa pienamente le nostre aspettative in termini di affidabilità, robustezza e prestazioni». Poco prima dell’estate scorsa la piattaforma, battezzata Oasi (Open Available Secure Integrated), è entrata in produzione.

Gli obiettivi di progetto sono stati raggiunti? «Non ho elementi per valutare l’aspetto economico – precisa Gioppo – ma dal punto di vista funzionale gli obiettivi sono stati raggiunti. Infatti, da quando è entrata in produzione a oggi Oasi non ha denunciato alcun problema tecnico e ha assicurato gli elevati livelli di servizio attesi. Abbiamo verificato che si possono attivare fino a 10 istanze contemporanee, con un grande livello di affidabilità, grazie alla architettura in cluster che consente di isolare guasti hardware e ai sistemi di monitoraggio messi in opera per tenere sotto controllo gli indicatori di performance».

Prossimamente Oasi sarà rilasciata con licenza Gpl, la più tipica licenza dei prodotti open source e inizierà così la sua diffusione sul mercato.

«Uno dei nostri obiettivi creando Oasi era anche quello di realizzare una comunità. Noi vedevamo Oasi come un concreto punto di aggregazione da una parte delle aziende impegnate nello sviluppo e nel supporto della piattaforma, dall’altra delle imprese che utilizzano l’infrastruttura per fare formazione o per erogare servizi ad altre imprese».

E ci siete riusciti? «Non ancora – risponde sinceramente Gioppo – nel senso che non abbiamo ancora iniziato a lavorarci concretamente per attuare questo progetto. Purtroppo una serie di intoppi burocratici ci ha rallentato, ma ora siamo pronti a partire anche su questa fase».

Inoltre gli utenti finali hanno avuto il loro tornaconto. «La soluzione è solida, grazie all’utilizzo di prodotti diffusi sul mercato e consolidati ed è di facile installazione e gestione anche per i piccoli Enti. Le Amministrazioni poi hanno la garanzia che le loro procedure risultano conformi alle direttive nazionali (Codice Amministrazione Digitale) ed europee e hanno la possibilità di integrare componenti applicative derivate dal riuso di progetti di e-government. Ma i vantaggi si estenderanno anche all’intero territorio piemontese, con la nascita di nuove imprese dedicate allo sviluppo e il mantenimento della piattaforma, a fare formazione e a erogare nuovi servizi. Questo ecosistema fornirà un notevole contributo a sostegno al comparto Ict territoriale in termini di innovazione e competitività».

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