Il Vecchio Continente cerca di non perdere il passo nella corsa allosfruttamento del Web e lancia il consorzio a4ie, che raccoglie costruttori,utenti e fornitori di tecnologia.
Promuovere la collaborazione fra enti pubblici, società di
telecomunicazioni e fornitori di tecnologia per restituire all’Europa una
reale competitività con gli Stati Uniti in materia di Internet e
comunicazione interattiva, utilizzando il commercio elettronico come una
delle chiavi per la diffusione della comunicazione telematica. Questo, in
massima sintesi, l’obiettivo di una nuova iniziativa tutta europea, che è
stata presentata ufficialmente a Parigi.
Promotore dell’iniziativa è 3Com, uno dei principali fornitori di prodotti
per il networking del mondo che tramite il proprio quartier generale
europeo ha raccolto attorno a sé otto aziende del Vecchio Continente le
quali, secondo i promotori, dovrebbero costituire solo un primo nucleo di
un’alleanza più vasta. Fra questi, ci sono il Cern di Ginevra, Siemens Oen
e l’Università di Utrecht, oltre a un paio di banche (una delle quali è
l’Istituto San Paolo di Torino) e a qualche fornitore di tecnologia.
L’iniziativa, che è stata chiamata Alliance for Internet in Europe (a4ie),
ha obiettivi ambiziosi. Si propone di rappresentare un punto di riferimento
dell’imprenditorialità privata che dovrebbe svolgere il ruolo di un
catalizzatore per il miglioramento dell’infrastruttura di Internet in
Europa. Gli obiettivi, peraltro ancora non ben definiti, prevedono "la
promozione del turismo virtuale e dei musei online, oltre al lavoro in rete
e alla diffusione della videoconferenza". Già in questi giorni, i
partner di a4ie si stanno mettendo all’opera per sensibilizzare altre
aziende del settore, enti governativi e carrier nazionali per coinvolgerli
nell’iniziativa. Successivamente, secondo i promotori, si dovrebbero creare
dei tavoli di discussione per giungere infine a iniziative concrete.
"Non si tratta – assicura Donald Connell, responsabile del progetto
in casa 3Com – di un’iniziativa volta alla promozione dei nostri
prodotti o di quelli di qualche altro partecipante. Il nostro obiettivo è
coinvolgere nell’iniziativa anche i nostri principali concorrenti, che
avranno possibilità di dare il proprio contributo esattamente come stiamo
facendo noi".
In effetti, essendo 3Com un’azienda americana, non dovrebbe stupire il suo
investimento in un’iniziativa di carattere non aziendale. Ma nonostante
l’obiettiva "nobiltà" del progetto, viene spontaneo chiedersi perché fra
i
suoi fondatori non ci siano né enti governativi europei, né tantomeno i
veri protagonisti di questo mercato, ovvero i fornitori di
telecomunicazioni come Telecom Italia, France Telecom e via dicendo.
Piuttosto, la posizione dei fondatori dell’a4ie appare critica nei
confronti di questi ultimi.
"L’Europa ha bisogno di ampiezza di banda – ha dichiarato Malcom
Taylor di Telewest Communications, gestore britannico di comunicazioni su
cavo che fa parte anch’esso dell’Alleanza -. che però non può essere
concentrata soltanto sul backbone: è necessario potenziare anche le
connessioni, ma questo aspetto è stato troppo a lungo sottovalutato"
.
Polemico, sotto alcuni aspetti, è stato anche David Williams, un dirigente
del Cern (da cui, lo ricordiamo, ha avuto origine la tecnologia su cui si
basa il Web di oggi) che è molto attivo all’interno degli organismi
governativi del Vecchio Continente.
"Le Ptt europee – ha detto Williams – sono ancora troppo limitat
e
dalla loro natura nazionale. Sono i loro stessi nomi a testimoniarlo. In
Europa, inoltre, non esiste un politico del calibro di Al Gore che sia in
grado di promuovere con forza una politica unitaria sul piano delle
telecomunicazioni.
Quella del 19 maggio è stata una dichiarazione programmatica i intenti,
alla quale dovrebbero far seguito altre iniziative promosse dai membri
dell’a4ie. Non è chiaro, tuttavia, dove saranno reperiti i fondi necessari
per portare avanti il difficile processo di promozione del progetto.
Interpellato sull’argomento, un portavoce di 3Com ha affermato: "Il
nostro contributo all’iniziativa sarà soprattutto la disponibilità del
nostro personale, anche se è logico pensare che sarà necessario stanziar
e
anche dei fondi finanziari".