Una sola infrastruttura. La sfida di Tnt Post

Un obiettivo che non può essere raggiunto senza la collaborazione delle persone, in primo luogo quelle del team It, che devono vivere il lavoro con entusiasmo

La passione per l’Information technology fa sicuramente parte del carattere di Francesco Scaglia, It manager di Tnt Post (parte del gruppo olandese Tnt Nv, circa 1.600 dipendenti e una rete di oltre 30 filiali lungo lo Stivale). A ragion veduta, visto che, per riorganizzare i sistemi informativi dell’operatore postale privato, viaggia costantemente tra la Liguria, dove vive con la famiglia, e Milano, dove ha sede la società.


«Sono in azienda dal 2004 – spiega Scaglia – e al mio arrivo ho trovato una realtà abbastanza disgregata, dovuta all’unione di due aziende del settore, ognuna con le proprie tematiche e problemi It. Il mio impegno è stato proprio quello di creare un’infrastruttura in cui potessero confluire una rete e delle applicazioni comuni, per gestire i processi primari per tutte le filiali, la fonia e gli asset It». E mentre si concentrava sul progetto di centralizzazione, Scaglia ha organizzato il gruppo che con lui avrebbe dovuto condividere la sfida e ora gestisce una decina di persone, alle quali si sommano le risorse competenti per lo sviluppo applicativo che si trovano nelle diverse business unit e che collaborano per il mantenimento degli standard di sicurezza e di progettazione previsti.


Ma il problema principale che Scaglia ha dovuto affrontare è stata la creazione all’interno dell’azienda della giusta predisposizione nei confronti dell’It, perché, come accade spesso, vi sono riposte molte aspettative e al contempo preoccupazioni. «Le resistenze al momento di dover implementare le nuove soluzioni e di abbandonare le vecchie sono state superate anche grazie alla squadra – dice il manager -. Le figure chiave sono state scelte con cura, con particolare attenzione alle attitudini di complementarietà con gli ambienti presenti in azienda, e la preferenza è andata più al “tuttologo” che non all’esperto specifico». Questa, secondo il manager, è stata la chiave vincente per riuscire ad aggregare l’infrastruttura, selezionando le tecnologie secondo le indicazioni della casa madre e l’esperienza del caso. «In una revisione così importante – spiega -, a seconda dei momenti, alcune situazioni possono essere più critiche di altre. Nelle diverse fasi di realizzazione, in un’azienda così vasta e con poco tempo a disposizione, possono presentarsi tensioni interne o con i fornitori, ma il team è stato l’elemento che ha permesso di superare le varie difficoltà».


Eventuali problemi tecnologici sono sempre stati risolti, mentre per Scaglia più delicato e fondamentale è il lato umano. «Le persone vanno gestite, fatte crescere e soddisfatte – suggerisce -. È chiaro che le esigenze del business sono primarie, ma le aziende sono costituite da uomini. Non si tratta solamente di valutare la loro capacità di risolvere i problemi che si incontrano quotidianamente in autonomia; bisogna mettere a loro disposizione gli strumenti necessari. La formazione è fondamentale per crescere».


Gli investimenti tecnologici


Dopo aver creato una rete comune, Scaglia si è occupato dei processi, con la collaborazione di amministrazione, finanza e personale. «Stiamo ancora operando in quest’ottica – puntualizza – affinché l’infrastruttura applicativa sia veramente di supporto».


Investimenti sono stati effettuati in tutte le direzioni, mobilità e sicurezza in testa. «Quest’ultima è realizzata centralmente dalla casa madre ma noi possiamo contare su un responsabile locale, che riteniamo una figura chiave nell’ambito di un potenziamento della capacità dell’It di fornire un servizio adeguato. Va da sé che ciò prelude a investimenti costanti, in quanto la certezza di un’applicazione stabile in produzione o di una distribuzione corretta dell’elemento informativo sulle periferiche è vincente per realizzare un business competitivo». Nel suo excursus, Scaglia parte dall’analisi del rischio, anche se non sempre risulta essere determinante per prendere delle decisioni: «Spesso il rischio può essere rappresentato proprio dal non far nulla, dal rimanere immobili sulle proprie posizioni». Certo è che in un’azienda di stampo multinazionale, le direttive della casa madre indirizzano, se non addirittura diventano vincolanti, ma Scaglia ha sempre potuto far valere le sue analisi, interfacciandosi con il board per le autorizzazioni. «I sì fondamentali ci sono stati tutti – afferma – perché si è tenuto conto della situazione reale, delle nostre esigenze». Un risultato che Scaglia attribuisce a un insieme di fattori, in testa le richieste delle business unit e un management giovane e illuminato.
«Gli investimenti sono sempre valutati con attenzione, non solo a livello italiano – precisa -. Il budget è più o meno costante, sempre nell’ottica di costruire qualcosa d’importante, anche se con un taglio più di consolidamento che non innovativo, e questo produce una forte motivazione che col lavoro aiuta».

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