Una brusca frenata per le inserzioni Ict nel secondo trimestre

Dai dati rilevati monitorando quotidianamente (tra aprile e giugno) le richieste di professionisti informatici apparse sui principali quotidiani e riviste tecniche, è emerso un calo del 27,5% rispetto al precedente quarter. Una battuta di arresto che ha varie interpretazioni.

Dopo molti mesi di crescita, dobbiamo rilevare una frenata delle inserzioni (almeno per quanto riguarda quelle apparse sui maggiori quotidiani nazionali) che in parte era stata prevista e perfino auspicata come calmieratrice di un mercato ritenuto troppo euforico rispetto allo scenario economico e congiunturale.


La vera sorpresa, però, è venuta dalla dimensione di questo rallentamento: un calo del 27,5% rispetto al primo trimestre di quest’anno, rappresenta più un crollo che non un semplice assestamento del mercato, per cui anche la lettura dei risultati deve essere necessariamente più attenta e le previsioni subiscono, per forza di cose, un brusco ridimensionamento verso il basso. Questi dati, però, devono essere presi con le dovute riserve, perché ormai Internet si propone sempre più come un valido strumento di recruitment del personale da parte delle aziende. Quindi, nella prossima rilevazione del terzo trimestre, cercheremo di portare anche dei dati relativi alle inserzioni apparse su Internet (in particolare sul portale di Jobpilot). Comunque, già di per sè l’inversione, se paragonata al precedente trimestre del 2001, preoccupa e non è arrivata completamete inaspettata. I segnali negativi, provenienti sia dagli indicatori economici sia da quelli strettamente informatici, non lasciavano spazio ad alcun ottimismo. Semmai era sembrato davvero eccezionale che "l’onda lunga" del mercato italiano avesse tenuto per così tanto tempo rispetto ad altri paesi occidentali, gli Usa in prima linea, nei quali la recessione aveva già fatto sentire pesanti conseguenze sui livelli occupazionali. Le preoccupazioni vengono, invece, dalla rapidità con cui questo calo si è verificato e dalla sua effettiva consistenza. I crolli improvvisi, infatti, lasciano sempre una certa inquietudine perché è difficile distinguere e capire le vere cause che li hanno determinati, ma soprattutto perché rendono assai arduo fare delle previsioni sulle loro evoluzioni future. L’ipotesi più accreditata per spiegare questo nuovo scenario occupazionale resta, comunque, quella che, sul nostro mercato, i fattori negativi, oggettivamente già presenti a livello internazionale, siano arrivati tutti assieme e concentrati in un lasso di tempo molto breve.


Certamente non è che questa situazione si sia determinata in maniera del tutto casuale. Esistono motivazioni, per così dire, "razionali": l’economia ristagna; l’informatica Usa arranca fra licenziamenti e riduzione degli utili; quella europea da sola non ce la fa più di tanto e quella giapponese è stretta nella morsa di una congiuntura negativa. Anche le previsioni a breve non sono certo rosee: le prospettive di una possibile ripresa sono regolarmente spostate in avanti nel tempo, man mano che gli indicatori economici smentiscono puntualmente le più ottimistiche speranze per una rapida inversione di tendenza. E poi oggi, con il tragico attacco agli Usa e il crollo delle Borse, non si preannunciano certo tempi facili. Per il momento, limitandoci ai risultati di questo


secondo trimestre, possimo osservare che siamo rientrati nella "normalità" e che sembrerebbe più un fermo strutturale e non una pausa di riflessione, o una momentanea stasi negli investimenti. A conferma di ciò, basti considerare che anche da altri canali ("passa parola" e società specializzate nella ricerca di personale) giungono notizie poco confortanti e abbastanza in linea con i risultati delle nostre rilevazioni: la scivolata primaverile è stata abbastanza consistente e la così detta "ripresa autunnale" è tutta da verificare. L’analisi dei dati relativi alle singole figure professionali pertanto rispecchia in pieno il quadro d’assieme finora tracciato.


Le tre posizioni "di struttura", e cioè responsabile dei sistemi informativi, sistemista e capo progetto sono quelle che hanno registrato i cali più consistenti rispetto al trimestre precedente, a conferma delle difficoltà che il mercato comincia a incontrare in termini di investimenti informatici. Ovviamente, dato il loro peso in termini di volumi, sono soprattutto i sistemisti a dare il polso di una situazione diventata improvvisamente difficile, anche perché queste figure professionali, insieme ai capi progetto, sono quelle maggiormente interessate allo sviluppo dei sistemi: un calo delle richieste in queste aree corrisponde quasi sempre a uno stallo nell’avvio di nuovi progetti.


Analisti/programmatori e programmatori hanno complessivamente tenuto: il calo dei primi, infatti, è stato più che compensato dalla crescita dei secondi, per cui, in generale, la forza lavoro relativa allo sviluppo software ha retto bene. C’è però una doverosa precisazione: per entrambe le posizioni, l’80% delle inserzioni sono state pubblicate nei mesi di aprile e maggio, mentre giugno è stato in assoluto il mese peggiore del primo semestre. Ad aggravare questo aspetto, c’è poi da considerare il fatto che, rispetto agli altri due, giugno era l’unico mese "pieno", ovvero senza festività, per cui, a meno di una "vacanza precoce", il calo è ancor più significativo e preoccupante per il futuro.


Anche per l’area specialistica, tutto come da copione, con la sola eccezione dell’esperto di software di base, che ha fatto registrare un vero e proprio boom. Per la verità è difficile dare una spiegazione di questo risultato: è davvero l’unica posizione, che è cresciuta in maniera del tutto anomala rispetto all’intero mercato. L’ipotesi più realistica, motivata anche dai volumi relativamente bassi, dovrebbe essere quella di una concentrazione casuale delle ricerche sul canale inserzioni, per cui non dovrebbe essere indicativa di una tendenza, ma circoscritta a questo trimestre. Fanno, invece, riflettere il calo rispettivamente degli esperti di reti/Tlc e di Internet: se anche i settori trainanti si fermano


Pochi commenti sugli esperti di hw/sw: quest’anno non vogliono decollare e ben difficilmente riusciranno a ripetere i brillanti risultati raggiunti nello scorso anno. Mentre per i progettisti elettronici l’andamento è perfettamente in linea con quello dell’intero settore.


Lo stesso dicasi per i tecnici di assistenza/manutenzione, per i quali tuttavia, contrariamente alle altre posizioni, il mese più alto è stato proprio giugno: vedremo se l’estate sarà davvero calda.


L’area commerciale ha subìto un vero e proprio tracrollo, soprattutto per i funzionari commerciali e, quando non si investe nelle vendite, vuol dire che si cominciano a nutrire dubbi sulle potenzialità del mercato. Un’ultima annotazione, ma estremamente significativa: per la prima volta, dopo molti mesi, anche le posizioni "varie" sono calate: ciò significa che l’intero settore sta cominciando ad avere problemi in termini occupazionali.

Prospettive incerte


Tempo fa si ipotizzava che, una volta passato l’Anno 2000 e l’euro, nessuno avrebbe più avuto voglia e soldi da investire nell’It, per cui il mitico boom, determinato da questi due eventi eccezionali, avrebbe lasciato il posto a un "salutare" assestamento del mercato. È difficile dire se le "cassandre" di allora possono essere soddisfatte, o se è soltanto la concomitanza con eventi strettamente congiunturali a creare non poche preoccupazioni per il futuro. Sta di fatto, però, che il mercato occupazionale dell’informatica continuerà a restare su livelli decisamente superiori rispetto ad altri settori. In altre parole, trovare un posto di lavoro sarà meno facile e certamente meno soddisfacente dal punto di vista economico, ma l’informatica resterà comunque uno dei più importanti serbatoi occupazionali, anche se il filtro della "selezione" naturale avrà le maglie un po’ più strette.

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