Un trimestre deludente spinge Intel verso tagli d’organico

Il primo trimestre ’98 si e chiuso per Intel con un sensibile calo deiprofitti, pur attestatisi sulla non indifferente cifra di 1,3 miliardi didollari. Tanto e bastato, pero, per spingere l’azienda a ridurre l’organicodi 3mila persone nell’arco dei prossi

Le aspettative sovrastimate, in combinazione con il costante calo nei
prezzi dei chip e con una frenata nelle vendite, hanno contribuito al
vistoso rallentamento di profittabilità che ha contrassegnato il primo
trimestre ’98 di Intel. La numero uno mondiale dei semiconduttori, infatti,
ha fatto segnare in questo inizio d’anno un totale di guadagni pari a 1,3
miliardi di dollari, mentre nello stesso periodo del ’97 gli utili erano
stati di 2 miliardi. Anche il fatturato è calato, del 7% in un anno, per
arrivare a un totale di 6 miliardi di dollari. Entrambi i valori sono
inferiori anche a quelli registrati nell’ultimo trimestre ’97, nonostante
il costruttore avesse stimato di rimanere in linea con quei dati.
Il risultato potrebbe anche non essere in sé eccessivamente preoccupante s
e
non fosse stato accompagnato dalla contemporanea decisione di ridurre del
5% l’organico aziendale, tagliando 3mila degli attuali 65mila dipendenti,
in un arco previsto di sei mesi. Per Intel si tratta del primo passo in
questa direzione dai tempi ormai lontani (metà anni 80) in cui fu deciso d
i
convertire l’attività produttiva dalle memorie ai microprocessori.
Il chairman Andrew Grove ha attribuito la flessione a un’industria del pc
che ha prodotto più di quanto il mercato abbia acquistato. L’indebolimento
ha toccato America, Europa e Giappone, mentre la regione Asia-Pacifico si
è
mossa in leggera controtendenza. ;Il vicepresidente esecutivo, Paul
Otellini, ha aggiunto:"Continuiamo a credere che vi sia una crescita di
mercato, ma sarà inferiore a quella preventivata qualche trimestre
orsono"
. Gli analisti puntano però il dito anche sulla pressione,
alimentata dalla stessa Intel, sui prezzi dei chip. Il margine lordo,
infatti, è sceso al 54% e si prevede che finirà con l’attestarsi sul 51%
nel corso dell’anno.
Il futuro, anche alla luce delle decisioni di ridimensionamento previste,
appare più incerto del solito. Tanto gli utenti consumer quanto quelli
aziendali si stanno ormai orientando verso i pc al di sotto dei 1.000 e
anche degli 800 dollari. Proprio la riduzione di prezzo dei pc ha spinto
Intel allo sviluppo di un processore desktop di basso costo, il Celeron,
che non è però partito con i migliori auspici, visto che diversi
costruttori di peso (Ibm, Dell, Compaq) non si sono per ora allineati con
macchine nuove. Nella stessa area, la casa di Santa Clara sta anche subendo
la forte concorrenza di Amd. Le contromosse sono concentrate su una chiara
distinzione produttiva e commerciale fra le fasce mobile, workstation e
server. In questa direzione si muove anche il prossimo arrivo di processori
con Slot 2, per server e stazioni, che dovrebbero posizionarsi su un range
di prezzo intorno ai 2mila dollari, ossia molto più dell’attuale top di 58
3
dollari chiesti per i Pentium II a 333 MHz.
Intel prevede un secondo trimestre piatto, in linea con una tradizione che
vede in questo periodo dell’anno il momento di massimo rallentamento. Nella
seconda parte dell’anno, tuttavia, è prevista un ripresa destinata a durar
e
nel tempo, anche in funzione dei nuovi annunci, che culmineranno, nel 1999,
con Merced.

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