Un sito italiano per il design

Il mondo del design italiano si arricchisce di una iniziativa che, almeno nelle intenzioni, vuole costituirsi come il principale approdo telematico del settore: il sito www.design-italia.it. Il sito, in modo semplice e con una grafica immediata, …

Il mondo del design italiano si arricchisce di una iniziativa che,
almeno nelle intenzioni, vuole costituirsi come il principale approdo
telematico del settore: il sito www.design-italia.it. Il sito, in
modo semplice e con una grafica immediata, è composto da quattro aree
di informazione e servizi principali: l’Archivio storico del design
italiano; il Magazine che riporta news ed eventi; i Servizi dedicati
ad un pubblico di professionisti del settore; il Negozio che consente
la vendita di prodotti di varie aziende e informazioni commerciali.
L’iniziativa è già attiva in rete, seppure il settore Archivio è
ancora in corso di completamento dato che solo da pochi mesi è stato
dato inizio ai lavori, ed è supportata da una società a
partecipazione paritaria tra Arflex, Kartell e Valerio Castelli, che
è anche l’amministratore delegato oltre che uno dei principali
fautori. La presenza didue firme importanti del settore delle aziende
che vivono di design, non andrà a condizionare i contenuti e la
strategia del sito, così almeno è stato garantito. Piuttosto esso si
pone un proprio business nel voler raggiungere i professionisti di
tutto il mondo ai quali richiedere un abbonamento annuale; un peso
limitato è stato deciso per le entrate pubblicitarie.
In sostanza si suppone un alto valore di richiamo proprio del design
italiano da vantare un appeal esclusivo su scala internazionale, tale
da indurre i professionisti ad accedere (mediante abbonamento) al
meglio della nostra produzione di design. Altro non v’è e non sono
previsti né annunciati servizi di reale interesse professionale (e
non ne mancherebbero, visto che i professionisti sono il target
pagante dell’operazione). Gli interessi di un professionista sono di
quanto più articolato e cogente possa esistere ed egli chiede quanto
la rete può offrire: rapidità, chiarezza e specializzazione. Non è
sufficiente limitarsi alla sola nozione storica (risorsa peraltro
ampiamente abbondante in varie circostanze e supporti) fornita dalla
funzione Archivio, che è poi l’area con accesso a pagamento del sito.
Sorge pertanto un dubbio sul principio di finanziamento, per altro in
controtendenza con la disponibilità promessa di accesso gratuito
sempre più ampio alle informazioni sul Web. Oppure per un servizio a
pagamento si devono offrire informazioni pregiate, che nel caso del
design significa per esempio, parlare di innovazione tecnologica di
settore, di materiali nuovi e/o tradizionali, di normative ambientali
e di standard funzionali.
Le altre funzioni presentate, almeno fino a quando non si potrà
saggiare appieno l’area Servizi, sono certamente per un pubblico
generico a cui non è possibile chiedere soldi per informazioni. Non
risulta infine chiara la missione, se non ricalcare i soliti
stereotipi che vedono il design italiano come fatto estetico e di
costume, rifiutandone una sua lettura prettamente tecnica come
sintesi creativa, tecnica, produttiva,distributiva ed aggiungo,
ambientale e commerciale, che dovrebbe costituire il vero quadro di
riferimento. Proporsi ad un pubblico generico sembra la risultante
calibratura del sito, dove diffondere i consueti generi di
informazione del mondo del design italiano derivati, dall’originale
vanto a non considerasi mai come fatto strutturale o meglio ancora
normale.

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