Un sistema informativo tira l’altro

Dopo avere riportato l’It in casa, il Cio di Cirio-De Rica sta vivendo una seconda rivoluzione, occupandosi della migrazione a Sap per ottenere l’omogeneità del gruppo 

Sembra che Paolo Panzacchi ci abbia preso gusto: il sistema informativo è
il suo mestiere e modellarlo una passione. Da cinque anni in Cirio-De Rica (150
posti di lavoro per due stabilimenti), l’It manager, si sta occupando
della seconda grande rivoluzione per quanto riguarda l’impostazione dei
sistemi. La prima, conclusasi nel 2003, ha avuto l’obiettivo di riportare
in casa un’It data completamente in outsourcing, con la conseguente definizione
di una struttura che non esisteva. A quei tempi, la società capogruppo
stava incontrando le note difficoltà finanziarie e «la gestione
interna del sistema informativo
– spiega il manager – rappresentava
l’inizio di una riorganizzazione d’impresa. Un’operazione
molto complessa, resa possibile anche dai fornitori che ci hanno seguito, Kelyan,
partner principale per gli aspetti di networking, e Pragma Inform, per l’As/400
e il sistema addizionale
». Nomi e competenze valutati attentamente
ma, comunque, noti da esperienze precedenti. «Quando sono arrivato in
Cirio – prosegue – ho messo a disposizione le mie conoscenze sui prodotti, sui
vendor e sui collaboratori». Anche nel caso di Cirio-De Rica (come per
molte altre Pmi), il rapporto con i fornitori è molto importante. «A
dir la verità, ci fidiamo solo quando ci accorgiamo che ne sanno veramente
più di noi
– prosegue Panzacchi -. Di solito, se i progetti
sono molto complessi ci dedichiamo solo all’analisi e al coordinamento,
mentre quando sono medio/piccoli ci muoviamo a tutto tondo, visto che conosciamo
meglio i problemi e i processi. A volte, infatti, trasmettere questa sensibilità
è difficile
».

Così è stato per la tracciabilità. Cirio-De Rica ha, infatti,
una rete logistica e commerciale molto estesa ed è riuscita, anche entrando
nel mondo della pianificazione, della produzione e dei magazzini, a mettere
gli operatori in condizione di lavorare direttamente col sistema informativo.
«Abbiamo automatizzato i sistemi di versamento della produzione e
quelli di movimentazione di magazzino
– aggiunge il manager -. Gli
stabilimenti, poi, utilizzano la radiofrequenza. Oltre a rivoluzionare la nostra
impostazione, questo progetto ha creato molta efficienza, dando al sistema informativo
un ruolo diverso rispetto al passato. I fornitori hanno collaborato, però
noi abbiamo funto da capofila, occupandoci delle specifiche funzionali e del
rapporto con gli utilizzatori
», anche per una questione economica.
Panzacchi, infatti, è riuscito a ridurre i costi del 50% rispetto a quelli
sostenuti in precedenza e a rimetterli in linea rispetto alle percentuali del
settore sul fatturato, andando a intervenire principalmente su quelli di rete
(che è stata anche potenziata). «Fattori molto importanti nel
controllo della spesa sono stati la manutenzione ma soprattutto lo sviluppo
interno di alcune applicazioni
», indica Panzacchi, tenendo conto
che la priorità è sempre stata il budget. Una priorità
che si scontrava con un’It tendenzialmente sovradimensionata: «Alcune
tecnologie e funzioni erano esasperate
– dice -. La nostra non è
un’azienda complessa e l’obiettivo dell’It deve essere quello
di meccanizzare i processi principali. Abbiamo lavorato molto sugli aspetti
amministrativi e sull’area commerciale
». Per farlo nel miglior
modo possibile e realizzare un nuovo modello di gestione ordini e di reporting,
è stata determinante la collaborazione con gli utenti. E qui entra in
gioco anche la concezione democratica che Panzacchi ha dell’It: «In
linea generale, il conflitto tra sistemi informativi e informatica individuale
è sempre esistito. Io sono dell’idea che sia difficile stabilire
delle regole valide per tutti, quindi ho adottato un controllo non esasperato
sulle richieste di investimento, cercando soprattutto, di far comprendere che
i volumi effettivi delle operazioni sono determinanti per orientare le scelte
di spesa
».

Da alcuni mesi poi, Panzacchi, ha un nuovo obiettivo. Con l’acquisizione
di Cirio-De Rica da parte del gruppo cooperativo Conserve Italia, si è
aperto, infatti, il secondo fronte Erp. «A luglio di quest’anno,
per uniformarci alla nuova casa madre siamo passati a Sap
– continua -.
Anche in questo caso, la mossa vincente si è dimostrata essere quella
delle priorità, trasferimento dati in testa. Nonostante l’applicativo
sia complesso, non abbiamo avuto grosse difficoltà perché lavoravamo
su piattaforma Oracle e, tendenzialmente, per realizzare un progetto basta impegnarsi.
La migrazione è durata sei mesi reali
». Panzacchi ha deciso
di non seguire le strade della riconfigurazione o della personalizzazione del
sistema informativo, ma ha adottato i processi e le modalità tipiche
di Conserve Italia, senza richiedere modifiche nel software. «Serve
un certo sforzo, ma l’omogeneità del gruppo è assicurata

– indica -. Quello su cui non si può far conto è la manualistica,
che spesso è poco completa e obsoleta. Meglio è creare un ambiente
prototipale in modo da conoscere le transazioni più importanti
».

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