Un passo indietro

Ristabilire le giuste distanze, per non soccombere alla logica del mercato a tutti i costi.

Facciamo tutti un passo indietro.
Turani compreso.
Si, dai, ne
parliamo anche noi di quell’episodio a cavallo fra lo sconvolgente e
l’esilarante che sta riempiendo i blog: l’articolo di Giuseppe Turani, il decano
del giornalismo economico italiano, responsabile di Affari e Finanza di
Repubblica, apparso sull’inserto di Repubblica lunedi scorso.
A pagina 2 e
3.
Tema: Longhorn, ovvero il prossimo sistema operativo di Microsoft.
La
bella posizione ha giocato a sfavore dell’articolo, del suo estensore, forse
della stessa Microsoft.
Invitando tutti ad andare a leggerselo, e, una
tantum per quanto riguarda i commenti, di leggere anche quelli pubblicati da
Paolo Attivissimo sul suo blog, soprattutto per capire il perché un’operazione
del genere ha dei tratti esilaranti, formuliamo anche un secondo invito.

Quello, appunto, di fare un passo indietro.
Indietro dal mercato a tutti
i costi, proprio per non legare ogni respiro che facciamo, senza soluzione di
continuità, al fenomeno commerciale.
Esiste anche dell’altro al mondo e si
può scrivere anche se l’interesse (economico) non ti sostiene incessantemente
(ora l’hanno abolita, ma una volta la terza pagina esisteva e serviva). Indietro
dalla parola scritta: non è obbligatorio esprimersi su tutto quanto al mondo.

A volte anche un bel tacer può essere bello veramente. Indietro dal
pubblico, e chiedendo scusa.
Se anche, per parafrasare Arbasino, il
“giornalista di Voghera” sbaglia, lui che più onusto di noi è, allora dobbiamo
pensare a noi, alle cose che scriviamo e a come vengono lette e comprese.
Pertanto, facendo un passo indietro, ristabiliamo la giusta distanza, quella che
non infastidisce il prossimo e che obbliga chi vuole farsi leggere a chiedere il
permesso e se per caso non disturba.
Noi lo facciamo.
Hic et nunc.
E
ci riceve questa newsletter lo fa perché lo ha deciso.
Liberamente.
Un
avverbio che ci piace.

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