Un metodo per intraprendere il viaggio della qualità

La quality assurance è un’attività centrale nel governo dell’It. Meglio se fatta in anticipo, con test da compiere durante lo sviluppo. Compuware propone un percorso di “orientamento”ponderato

Compuware si occupa di ciclo di vita del software da più di vent’anni. Quattro sono le aree indirizzate: ambienti di sviluppo, ambienti di test e collaudo, ambienti di controllo dell’applicazione in produzione e It governance. All’interno del macro concetto del governo dell’It, la componente “qualità” del software ha per Compuware un peso determinante nel concorrere alla buona riuscita di un progetto. «Fuori dall’Italia il concetto della qualità è assimilato, mentre da noi spesso viene visto solo come un costo in più – ha spiegato Andrea Nava, direttore supporto tecnico di Compuware Italia -. Difficilmente un disservizio è quantificato mentre, in genere, il costo è cospicuo, tra help desk, analisi, downtime, risoluzione del problema e riavvio».


Date queste premesse, secondo Compuware dovrebbe invece investire in qualità perlomeno chi ha un business il cui successo è direttamente collegato con i livelli di servizio. Si deve, in questi casi, ragionare sul costo della non qualità. Per percorrere questa strada, tuttavia, è necessario adottare metodiche che portino davvero a frutto l’investimento. «Abbiamo cercato di razionalizzare le attività progettuali che facciamo da 20 anni e, per avvalorare il concetto della qualità, abbiamo commissionato a Forrester un’analisi su un campione di 305 aziende tra Europa (Inghilterra, Francia e Germania, ndr) e Nord America – ha raccontato Nava -. Quasi il 90% degli interpellati concorda sul fatto che la qualità è un fattore importante o critico. Circa il 40% ha acquisito strumenti ma in meno della metà dei casi questi strumenti hanno portato a risultati soddisfacenti. Questo significa che lo strumento da solo non garantisce il salto qualitativo per cui l’azienda ha investito». In base all’analisi, è stato realizzato un percorso di approccio alla quality assurance, chiamato Compuware Quality Maturity Model, fondato su metodologie, consulenza e soluzioni. È suddiviso in quattro fasi: quality control (per trovare i difetti), quality assurance (per ridurli), quality management (per bilanciare rischi e costi) e quality governance (l’introduzione costante delle pratiche di qualità). Il tutto si basa sul principio di anticipare la verifica della qualità. «L’ideale sarebbe predisporre il controllo nel momento in cui parte un progetto – ha commentato il manager -, inserendo i vari test parallelamente al processo di sviluppo». Centrale, in questo viaggio, è il concetto di quality point: bisogna considerare che, oltre un certo punto, il test non è più conveniente, per cui si deve trovare la giusta combinazione tra i test necessari per mitigare i rischi e il loro costo. Il concetto di risk base testing agisce in tal senso, perché consente di individuare, attraverso “interviste” in azienda, le aree più a rischio, attribuendo un peso specifico in base al quale si crea una lista di priorità su cui agire.


«L’obiettivo della catena che abbiamo progettato è il popolamento dello strumento di governance con dati – ha sintetizzato Nava – . Il test deve essere concepito come parte del progetto sul quale, del resto, fornisce importanti semafori di rischio e impatto».

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