Un mercato a più velocità, attratto dal preconfigurato

Per l’Erp è l’ora della solution-in-a-box, che traduce in pratica un modello di processo predefinito, in grado di ridurre tempi e costi di implementazione. Cresce a buon ritmo il mercato dei servizi indotti, application management in testa, ai quali nel complesso Accenture assegna un val

Dopo un periodo di forte cambiamento durante il quale le promesse dell’e-business hanno indotto buona parte delle imprese a distogliere l’attenzione
dalle applicazioni centrali per l’It aziendale, oggi il comparto Erp vede
rinnovarsi l’interesse per le soluzioni che rappresentano il cardine strategico
delle proprie attività, e un conseguente ritorno degli investimenti sui processi
essenziali che sottendono alla capacità di rispondere alle sollecitazioni del
mercato con tempestività ed efficacia. Ma se la congiuntura economica tende a
rallentare la crescita, e dunque a rinviare le ipotesi di spesa, le imprese sono
spinte a concentrarsi su quanto già utilizzano, guardando a ottimizzare l’esistente. «Vanno però
distinti
– sostiene Michele Maggiorotti, partner di Accenture – gli atteggiamenti
tattici, figli di una condizione economica sfavorevole, dagli indirizzi
di medio e lungo termine. Certo, l’adozione di un sistema Erp, che,
specie nelle aziende più grandi, si traduceva in passato in grossi progetti di
cambiamento di durata pluriennale, oggi lascia il passo alla razionalizzazione
delle piattaforme applicative esistenti
». Una scelta necessaria alla luce
della complessità delle architetture sviluppate e della volontà di agire sui
processi interni per trarne tutti gli elementi di valore non ancora colti.
«Ma è altrettanto vero che la piena valorizzazione degli investimenti pregressi
è il preludio alla possibilità di guardare all’estensione della
copertura funzionale verso modelli più o meno spinti di network
collaboration»
. Perché il c-commerce e il sottostante modello di azienda
estesa vanno comunque emergendo come driver primari per lo sviluppo del
business. «La richiesta di servizi – aggiunge Maggiorotti – che inizialmente
si concentrava soprattutto sulla capacità di gestire soluzioni complesse
e spesso ad alto rischio, assicurando accanto alle necessarie competenze
la puntualità del delivery, ora verte sulla garanzia dello sviluppo del
parco applicativo lungo l’intero ciclo di vita
». Ecco che in una simile situazione
i vendor, che hanno introdotto sul mercato tutta una serie di soluzioni
complementari al cuore dell’Erp, stanno sperimentando maggiori
difficoltà a trovare uno sbocco in un segmento, quello popolato dalle aziende
medie e grandi contraddistinto in gran parte dalle implementazioni della prima
ora, che si avvicina comunque gradualmente alla saturazione. «In questo
senso le iniziative che nascono
– osserva Maggiorotti – hanno di solito
il carattere del progetto pilota. Un orizzonte temporale non superiore ai sei
mesi, investimenti contenuti e un impatto relativamente ridotto in termini di
business
». Esiste però una fetta del mercato che in precedenza non aveva provveduto
a sfruttare la leva dell’Erp a fronte dei cambiamenti tecnologici
intervenuti e che oggi si distingue per tassi di crescita più elevati rispetto
agli altri settori: si tratta di banche, assicurazioni nonché della Pubblica
Amministrazione, «quest’ultima con progetti articolati sulle consuete
tempistiche ma in un quadro di netto rinnovamento (si pensi al piano di
e-government che esercita un ruolo di traino), mentre il finance, e nello
specifico le società incaricate dei servizi di It per gli istituti di credito,
guardano a coprire il più rapidamente possibile le esigenze relative alle
attività di back office
». Anche il settore delle utility, che si è mosso
più tardi sia per la lentezza con cui è avanzato il processo di liberalizzazione
del mercato sia perché urgeva considerare prioritariamente le applicazioni di
Crm e di e-billing, ora sembra porre in primo piano la necessità di quel
supporto complessivo, strutturato attorno ai processi chiave, che si affida agli
Erp. Ed è il grande momento delle soluzioni preconfigurate, che consentono di
ridurre tempi e costi, oggi quanto mai in voga soprattutto nei segmenti di
mercato altamente competitivi. «Diversamente dai progetti del passato
conferma il partner di Accenture – che presupponevano la definizione di un modello su cui
adattare l’organizzazione, la tendenza attuale vede l’impiego di pacchetti
preconfigurati, destinati a non allontanarsi dallo standard e forniti con
un corollario di servizi tesi ad accelerare l’implementazione, contenendo il
budget di spesa
». È la cosiddetta solution-in-a-box, con la quale tanto
gli Isv quanto i system integrator hanno arricchito la propria offerta: «Un bundle formato da un
modello predefinito di processo (o di industry) tradotto all’interno di un
pacchetto Erp, unito a servizi che spaziano dalla formazione basata sull’e-learning
all’application management, passando per l’Asp o il
facility management
». Nell’area specifica dell’Enterprise Resource Planninig, Accenture stima
che il valore del mercato italiano relativo all’indotto, ovverosia
ai servizi di consulenza e gestione degli applicativi, si attesti quest’anno a quota 1350 miloni di euro. Un giro d’affari che appare
superiore al business delle licenze. «Alle sole attività di
manutenzione
– precisa Maggiorotti – dovremmo ascrivere tra i 200 e i
300 milioni di euro: se si considera che nel 2001 il segmento poteva contare su
un fatturato di circa 100 milioni, si comprende come il tasso di crescita
risulti particolarmente significativo
». Non può contare su un trend altrettanto
favorevole, invece, l’adozione di sistemi Erp II, né, in generale,
gli aggiornamenti della piattaforma applicativa, «ove si evidenzia una
dimensione media dei progetti difficilmente superiore a un quinto degli
originali
». Così, a contraddistinguere le iniziative B2B in area Crm e Scm,
dal Field Force Automation al Product Lifecicle Management, sono ordini di
grandezza non più comparabili con quelli del passato e, in parallelo, una
tempistica assai più breve. In ambito industriale, e in particolare nel comparto
manifatturiero, le aziende che hanno investito significativamente in progetti da
cui non sono ancora riuscite a trarre tutti i benefici attesi, risultano intente
a tagliare i costi e a razionalizzare processi e infrastruttura applicativa.
«Di solito – osserva Maggiorotti – il problema non è tecnologico ma riguarda
la capacità di governare il cambiamento. In ogni caso, la marcia evolutiva
dei vendor verso gli Erp II non conosce sosta, con funzionalità che si sviluppano
nell ottica della verticalizzazione e con architetture che si aprono
ad ambienti collaborativi
». E se il numero e la dimensione dei progetti si riducono,
ecco vendor come Sap lanciarsi su servizi complementari e operatori di system
integration rispondere con un’offerta sempre più orientata all’application
management.

Nuovi target per i vendor

Nel corso del 2001 Isp come Jd Edwards, Oracle e PeopleSoft
hanno introdotto sostanziose modifiche alle proprie architetture, che allungano
però il ciclo di migrazione per gli utenti; i quali di converso non appaiono
per ora disposti a farli propri, perché non motivati dalla prospettiva di
significativi miglioramenti funzionali. Ecco allora la necessità di percorrere
nuove strade da un lato rivolgendosi a target non già ricompresi tra quelli
tradizionali e dall’altro aggiungendo al core degli applicativi una serie
di componenti che integrano le funzionalità disponibili senza però ricorrere a
sviluppi che richiederebbero investimenti al momento impossibili. In questo
senso giocano un ruolo importante le partnership: «Come quelle che Sap ha
avviato con le principali società di consulenza (in primis le big five)

dice Maggiorotti – incentrandole non sugli aspetti commerciali ma su una collaborazione
allo sviluppo dei prodotti, che ha già fruttato la proposta di pacchetti
orizzontali e verticali all’insegna di attivazioni molto più rapide e
assai meno onerose
». Nell’ottica dell'”Erp Express”, possiamo citare da una parte Boxtel &
Startup, che provvede un backoffice completo, dall’altra e-Crm, nell’ambito della soluzione per le Tlc. All’allargarsi del focus da parte
degli Isv primari, anche su segmenti non già presidiati, corrisponde un minore
spazio di manovra per gli operatori locali: «Che prima potevano distinguersi
per una presenza capillare, una buona capacità di servizio e una proposta
caratterizzata da costi decisamente più bassi. Oggi, grazie allo sviluppo di
partnership con i Var sul territorio, i fornitori internazionali riescono a
raggiungere anche i clienti più piccoli con formule aggressive
». Peraltro, gli Erp offerti in modalità Asp, con un servizio
chiavi in mano che solleva il cliente da ogni problema, hanno contribuito ad
abbassare drasticamente la soglia di accesso ai principali player. E a
moltiplicare utilmente, rendendole altresì più interessanti, le opzioni di
scelta per le aziende.

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