Un framework standardizzato guiderà l’integrazione di Siebel

Lo specialista del Customer relationship management ha raccolto attorno a sé fornitori di middleware e system integrator per realizzare un’infrastruttura tecnologica che faciliti l’implementazione della eBusiness Suite. L’intento è di evitare il ricorso a soluzioni proprietarie.

I nostri clienti spendono il 30% dei propri budget It per l’integrazione tra sistemi gestionali e produzione o, ancora, per legare le aree dell’Erp con quelle del Crm e della Scm. Con questa premessa Thomas Siebel, chairman e Ceo dell’omonima società, ha introdotto la tematica tecnologica che si pone ora come il vero obiettivo per la casa americana.


Una volta chiarito e già ampiamente affrontato con soluzioni concrete il proprio spettro applicativo (fatto di Crm vero e proprio, con l’aggiunta della gestione dei partner da un lato e di quella degli impiegati dall’altro), Siebel punta così con decisione in direzione dell’integrazione. Lo scopo, dichiarato, è quello di facilitare e abbassare i costi di implementazione della propria eBusiness Suite riducendo l’onere delle integrazioni personalizzate, basate spesso su tecnologie proprietarie. Il mezzo per realizzarlo, invece, consiste in un framework di integrazione che il vendor ha approntato grazie all’apporto dei principali specialisti del settore: Ibm, Tibco, SeeBeyond, WebMethods e Vitria (per quanto riguarda i fornitori di tecnologia) e Accenture, Cap Gemini Ernst & Young, Ibm Global Services e Kpmg Consulting (in qualità di system integrator). Per quanto riguarda i fornitori tecnologici, inoltre, si è recentemente aggiunto il supporto di Bmc Software.


Battezzata Universal Application Network, l’architettura (aperta e comunque basata su standard) offre uno schema di lavoro che, insieme, fornisce sia il metodo che i tasselli tecnologici per l’implementazione. Il ruolo svolto da Siebel, in particolare, è quello di "aver dato vita all’iniziativa realizzando la coalizione, partecipando anche allo sviluppo della struttura, che sarà pronta la prossima estate", come ha precisato il Ceo.

L’architettura tecnologica


L’Universal Application Network è strutturato in tre sezioni principali. Innanzitutto è presente una libreria di business process che si propone di essere "corposa", con circa 200 processi mappati relativi a varie verticalizzazioni. Si tratta di una collezione di processi pre-pacchettizzati, relativi a specifici flussi produttivi (dall’inserimento di un nuovo cliente alla gestione di un ordine), basasi su Xml e Web service.


Il secondo elemento è costituito da un tool di sviluppo che consente di disegnare nuovi business process e nuovi flussi relativi ad applicazioni specifiche. Infine, il terzo elemento è rappresentato dall’integration server (che può indossare le vesti dei vari Ibm WebSphere Business Integration o Tibco BusinessWorks), cioè la struttura che contiene i veri e propri elementi tecnologici per l’integrazione. Il sistema coordina, infatti, l’interscambio dei dati tra le varie applicazioni utilizzando strati di comunicazione e adattatori. Nello specifico, l’integration server contiene un layer di trasporto che si occupa della gestione delle code, supportando comunicazioni sincrone e asincrone. Esso "dialoga" con le applicazioni sottostanti grazie a un apposito adattatore, che trasporta gli eventi interni a un’applicazione nell’integration server. Posizione centrale nell’architettura del server occupa il Common object model, che realizza una descrizione comune dei vari object model delle applicazioni. A sua volta, quest’ultimo è collegato a uno strato definito di trasformazione, che mappa i data model delle applicazioni per convogliarli nel Common object model. In cima al percorso, un business process controller esegue, passo per passo, tutte le fasi relative ai processi di business.

Piattaforme Eai ottimizzate


Il compito dei produttori di middleware che hanno sposato (o che sposeranno) la causa di Siebel non sarà solo quello di offrire i rispettivi server di integrazione. Essi dovranno, infatti, realizzare prodotti in grado di aderire perfettamente allo schema, supportando business process costruiti su Wsfl (Web services flow language), un protocollo di descrizione sviluppato da Ibm. Wsfl, tuttavia, non è l’unica linea guida disponibile, dato che attualmente compete con lo standard Bpml (Business process modelling language) patrocinato da Hewlett-Packard e Sun Microsystems.

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