Si chiama Telework Consortium e nasce dalla volontà delle società che fanno parte del Software Productivity Consortium di diffondere pregi e virtù – Roi in testa – di una metodologia di lavoro destinata ad essere la vera killer application per la crescita della larghezza di banda
Software Productivity Consortium, composto da un
gruppo di oltre 100 organizzazioni pubbliche e private che vanno da At&t a
Xerox e includono numerose agenzie governative, ha dato vita a Telework
Consortium. Si tratta di un’organizzazione che ha come obiettivo quello di
accelerare l’adozione del telelavoro.
I piani del consorzio sono ambiziosi e
comprendono il lancio di un programma pilota di telelavoro nel Nord della
Virginia, la costruzione di un laboratorio di telelavoro dove sia possibile
testare casi diversi e grazie al quale sia dimostrabile il forte ritorno
dell’investimento consentito dall’adozione di questa tecnica.
Stando a quanto
riferito dal Consorzio, la disponibilità di una maggiore ampiezza di banda e di
tool per la video collaborazione rappresenterebbero le chiavi per l’espansione
dell’adozione del telelavoro. L’ostacolo più grande sarebbe invece quello che
Werner Schaer, president e Ceo dell’Spc, definisce “face-to-face issue”, ovvero
la mancanza di un contatto diretto tra le parti.
Un problema, questo, che
potrebbe essere aggirato adottando connessioni da 20 a 30 Mbit al secondo, ossia
in grado di consentire anche una comunicazione video, in modo da cogliere pure
le sfumature di comportamento.
Inoltre, sempre secondo gli esponenti che
fanno parte del Software Productivity Consortium, la killer application che
permetterà la crescita esponenziale della larghezza di banda non sarà la
possibilità di far vedere più film alle persone, bensì proprio il telelavoro che
consentirà di fare, da un luogo diverso da quello tradizionale, il proprio
lavoro.
Il laboratorio promosso dal Telework Consortium avrà sede presso la
sede Spc in Washington e verrà presumibilmente inaugurato a maggio dell’anno
prossimo.