Alcuni dei maggiori gruppi chimici del mondo hanno reso nota l’intenzione di dar vita a un sistema telematico per lo scambio di materie prime e servizi da estendere alla catena dei sub-fornitori. La futura Borsa della chimica è un tipico esempio …
Alcuni dei maggiori gruppi chimici del mondo hanno reso nota
l’intenzione di dar vita a un sistema telematico per lo scambio di
materie prime e servizi da estendere alla catena dei sub-fornitori.
La futura Borsa della chimica è un tipico esempio di e-procurement e
coinvolge nomi come DuPont, Dow Chemical, Rohm e Hass, Basf e
Mitsubishi Chemical. La data prevista per l’entrata in funzione delle
operazioni è fissata entro la fine dell’anno. Gli ideatori della
iniziativa hanno spiegato in un comunicato che il loro "exchange" si
concentrerà sull’aspetto delle vendite a contratto, per
differenziarsi da borsini tipicamente "spot", centrate su materiali
fuori-specifiche ed eccedenze di magazzino, come Chemconnect o
E-chemicals. I fautori del sito di e-procurement possono contare su
una radicata esperienza nel campo e dispongono sicuramente di
notevoli mezzi finanziari (il sito, che non ha ancora un nome, sarà
finanziato con 150 milioni di dollari). Gli osservatori giurano però
che dietro a questo annuncio non c’è solamente l’intenzione di
risolvere le inefficienze dell’attuale supply chain: i giganti della
chimica non vedono certo di buon occhio la nascita di piazze di
scambio troppo indipendenti e per giunta senza strutture produttive
alle spalle.