Ulteriore ritardo per lo standard della Gigabit Ethernet

La ratificazione dello standard per la Gigabit Ethernet subirà un ulteriore ritardo dopo che il comitato dell’Ieee preposto alla sua definizione non è riuscito a dipanare tutti i "comment" in sospeso. I membri del comitato 802.3 …

La ratificazione dello standard per la Gigabit Ethernet subirà un
ulteriore ritardo dopo che il comitato dell’Ieee preposto alla sua
definizione non è riuscito a dipanare tutti i "comment" in sospeso. I
membri del comitato 802.3z non sono riusciti a dibattere e risolvere tutti
i punti in programma (ben 298), nonostante una lunga sessione, conclusasi
nella tarda notte tra il 3 e il 4 febbraio a Bellevue negli Usa. Si tratta
di pochi punti, ma sufficienti a richiedere uno slittamento dei lavori a
giugno.
Ormai le questioni da discutere riguardano sostanzialmente il cablaggio,
ma, per quanto siano considerate minori dai principali costruttori di
dispositivi Gigabit Ethernet, la mancanza di una specifica porta i network
manager, almeno quelli più conservativi, a ritardare la scelta di tale
tecnologia. In particolare, tra tali questioni, la più controversia è il
Dmd (Differential Mode Delay), che riguarda le fibre ottiche multimodali.
Si tratta del problema noto ai tecnici come jitter. Di fatto, sostengono
molti costruttori, le varie soluzioni differiscono solo nelle componenti
software, pertanto i prodotti che già rispondono al resto delle specifiche
(dimostrando la loro interoperabilità) possono comunque funzionare (tra
l’altro non è detto che usino le fibre ottiche). In seguito si tratterà,
al
massimo, di effettuare un upgrade. In fin dei conti è una questione di
fiducia nel proprio fornitore.
In effetti, il problema del Dmd era sorto già la scorsa estate e la prima
soluzione proposta era tutt’altro che software. Diversi membri del
comitato, infatti, ritenevano che fosse necessario ridurre da 260 a 100
metri (più della metà!) la lunghezza massima specificata per le fibre da
62,5 micron. Alcuni rapporti successivi dichiaravano che tale soluzione
drastica non fosse necessaria, ma resta il fatto che si sta ancora
dibattendo e che lo standard non è stato ancora ratificato.

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