Ue: semplificare il venture capital su Pmi e startup

Presentate dalla Commissione europea nuove norme per i finanziamenti a sostegno del capitale di rischio per le Pmi e dell’accesso al credito.

La Commissione ha presentato una strategia per semplificare l’accesso ai finanziamenti da parte delle Pmi con un piano d’azione che prevede un maggiore sostegno finanziario dal bilancio dell’Ue e dalla Banca europea degli investimenti nonché una proposta per un regolamento che stabilisca norme uniformi per la commercializzazione di fondi di capitale di rischio.
La proposta sarà ora sottoposta al Parlamento europeo e al Consiglio, dove verrà discussa e adottata secondo la procedura della codecisione.

Con il nuovo regolamento per le società di capitale di rischio sarà più semplice reperire fondi in tutta Europa destinati al finanziamento di start-up.
L’approccio è semplice: una volta rispettati determinati criteri, tutti i gestori di fondi possono raccogliere capitali in tutta l’Ue ricorrendo alla designazione “fondo europeo di capitale di rischio“.
Non sarà più necessario rispondere a requisiti complessi e diversi in ogni Stato membro. Con l’introduzione di un corpus unico di norme, i fondi di capitale di rischio potranno potenzialmente attirare più impegni di capitale aumentando le proprie dimensioni.

Le tre leve della proposta
La proposta istituisce un corpus unico di norme che disciplini la commercializzazione di fondi designati come “fondi di capitale di rischio europei”.

Un “fondo di capitale di rischio europeo” rispetta tre requisiti:
1. investe il 70% del capitale impegnato dai propri finanziatori nelle Pmi;
2. fornisce capitale azionario o quasi-azionario alle Pmi: capitale fresco;
3. non ricorre all’indebitamento: non investe più capitale di quanto impegnato dagli investitori e dunque non è indebitato.

Tutti i fondi che ricorrono a tale designazione devono rispettare le norme uniformi e gli standard di qualità (incluse le disposizioni in materia di informativa agli investitori e in materia di requisiti operativi) nella loro attività di raccolta di fondi nell’Ue.
Il complesso normativo farà in modo che gli investitori sappiano quale sia la redditività dell’investimento associato a un fondo di capitale di rischio europeo.

Chi è investitore idoneo
La proposta istituisce un approccio uniforme per le categorie di investitori idonee a impegnare capitale in un fondo di capitale di rischio europeo.
Gli investitori idonei saranno investitori professionisti ai sensi della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (MiFid) del 2004 e altri soggetti che investono tradizionalmente nel capitale di rischio, come gli high net worth individuals o i business angels.
Le norme uniformi sugli investitori di capitale di rischio faranno in modo che la commercializzazione possa essere adeguata alle esigenze specifiche di tali categorie di investitori. Il regolamento disporrà che tutti i gestori di fondi di capitale di rischio che rispondono ai requisiti posti abbiano un passaporto europeo di commercializzazione che consenta loro di accedere a tutti gli investitori idonei all’interno dell’Ue.

Ciò per la Commissione costituisce un miglioramento rispetto alle norme precedenti in materia di asset management, in particolare la direttiva sui gestori di fondi d’investimento alternativi, considerato che il passaporto attuale previsto da quest’ultima direttiva si applica solamente ai gestori che gestiscono attivi per un importo superiore ai 500 milioni di euro.
Inoltre le disposizioni della direttiva sui gestori di fondi d’investimento alternativi istituiscono un quadro normativo orientato agli hedge fund e alle società di private equity e si prestano meno per i fondi di capitale di rischio, che saranno oggetto di disposizioni specifiche.

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