Ue: passi avanti su roaming e net neutrality

Non siamo ancora a una decisione definitiva, ma di certo si tratta di un passo avanti importante.
L’Unione Europea ha raggiunto un primo accordo per l’eliminazione delle tariffe di roaming nei 28 Paesi dell’Unione a partire dal mese di giugno del 2017.
Dodici ore di discussione, riferiscono le cronache, nelle quali i punti più controversi sul tavolo delle trattative non sono in realtà le tariffe, bensì i principi di net neutrality: l’intenzione dell’Unione è quella di imporre a tutti gli operatori di trattare alla stessa stregua tutto il traffico e di autorizzare il blocco solo in caso di cyber-attacchi o di particolari picchi di traffico.
Il documento che è emerso dai lavori evidenzia non solo come a partire dal 15 giugno del 2017 gli utenti pagheranno, nell’ambito dei Paesi dell’Unione, le medesime tariffe per voce, dati ed sms che gli vengono applicate nel Paese di residenza, senza sovraccarichi aggiuntivi per il roaming.
Attenzione, però: alcune note fanno riferimento a specifici abusi.
Non sarà ad esempio consentito di acquistare una Sim in un altro Paese, nel quale i costi siano inferiori a quello in cui si risiede, e utilizzarla in modo permanente in roaming. Sarà compito dell’Unione stabilire quello che viene considerato un “fair use limit”, ovvero un limite di utilizzo in roaming accettabile, oltre il quale verrà applicata una addizionale.
Per quanto riguarda questa estate, i costi di roaming restano gli stessi entrati in vigore nel luglio dello scorso anno, mentre da aprile del prossimo entreranno in vigore ulteriori riduzioni.
Similmente, secondo la Commissione non è ipotizzabile che l’entrata in vigore delle nuove tariffe possa incidere negative sulle tariffe domestiche, con eventuali rincari: dal 2007 in avanti, si sottolinea nella nota, i costi per chiamate e dati, sia locali sia in roaming, sono progressivamente diminuiti e non v’è motivo di pensare a una inversione di tendenza.
Sarà comunque compito delle autorità nazionali per le telecomunicazioni mantenere la governance in materia e vigilare su eventuali abusi.

Per quanto riguarda la net neutrality, la Commissione evidenzia come finora non siano state emanate regole certe, lasciando i cittadini legalmente scoperti rispetto al loro diritto di accedere a una “open Internet”. Non è pensabile avere un approccio differente per ciascun Paese e dunque spetta alla Commissione tracciare le linee guida.
Il punto fondante è che non vi debba essere blocco o limitazione di contenuti, applicazioni e servizi: tutti i cittadini europei devono avere uguale accesso a tutti contenuti e servizi e deve essere compito dei service provider garantire che ciò avvenga e che non vi sia disparità di trattamento in base al tipo di traffico.
Questo significa che è sempre compito dei service provider lavorare sull’innovazione senza penalizzare alcune fasce di utenti o tipologia di servizi.

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