Ubuntu Live – Scala le classifiche di gradimento

marzo 2006 La distribuzione Live di Ubuntu (Breezy) è la versione on the fly della distribuzione che sta avendo negli ultimi mesi la più grande crescita. Ubuntu (parola sudafricana che riprende il concetto di fratellanza), voluta da Mark Shuttleworth, …

marzo 2006 La distribuzione Live di Ubuntu (Breezy) è la versione
on the fly della distribuzione che sta avendo negli ultimi mesi la più
grande crescita. Ubuntu (parola sudafricana che riprende il concetto di fratellanza),
voluta da Mark Shuttleworth, sta rapidamente scalando le classifiche di gradimento
delle varie distro, in virtù di qualità informatiche di altissimo
livello (si basa sulla mitica distribuzione Debian) e di una filosofia di fondo
centrata sulla più completa libertà e sul tentativo di superare
barriere linguistiche e di disabilità.

Avviato il PC con un CD/DVD masterizzato dal file ISO di Ubuntu, ci troveremo
davanti una schermata nera con la scritta boot: e il cursore lampeggiante. Possiamo
premere Invio per avviare il CD oppure esplorare i parametri
di boot cliccando su .

Avviato il processo (come per Knoppix, proviamo a vedere se tutto funziona
correttamente prima di fare scelte diverse), altre finestre ci chiedono la lingua
e il tipo di tastiera. Il riconoscimento hardware porta via un po’ di tempo,
ma se tutto va per il meglio dopo qualche minuto avremo lo splendido desktop
di Ubuntu (basato su GNOME) ai nostri comandi.

La dotazione software di questo Live CD è ai massimi livelli anche se,
in coerenza con la filosofia di Ubuntu, non sono presenti software proprietari
(come Acrobat Reader o i driver Nvidia) che potrebbero fare comodo. Cliccando
in alto a sinistra su Applications, troviamo comunque dei menu
il cui significato è subito chiaro.

Per le applicazioni office è fornita l’ultima versione di OpenOffice.org
(la 2.0), e anche i programmi Web sono del tutto coperti con Firefox,
Evolution
(un moderno PIM tipo MS Outlook), Gaim, BitTorrent
e GnomeMeeting. La grafica ha in GIMP
il punto di forza e usa l’ottimo Xsane per le scansioni. Vi
sono poi buoni programmi per ascoltare musica e vedere DVD, e utili accessori
(tra cui Nautilus per navigare tra i file) per concludere il
quadro. Una pecca è rappresentata dalla mancanza di un programma di masterizzazione
tipo K3B: la cosa può anche essere tollerata visto che il CD Live non
può essere estratto durante l’uso, ma è anche vero che in un PC
potrebbe essere presente un secondo drive col masterizzatore. Più problematica
è la mancanza di un visualizzatore PDF, del quale si sente veramente
la mancanza.

E’ possibile salvare facilmente tutti i file che creiamo: inserendo una chiave
USB (formattata con il filesystem FAT), infatti, questa viene immediatamente
riconosciuta dal sistema, si apre una finestra in stile Gestione risorse e un’icona
viene aggiunta al desktop. Per aprire le memorie di massa presenti nel PC possiamo
andare nel menu Places, quindi selezionare il mezzo desiderato.
In più se siamo collegati in rete con altri PC, sempre sullo stesso menu
troviamo i link per effettuare le connessioni.

L’ultimo menu, System, permette di uscire dal sistema e di
agire in profondità sulla configurazione di Ubuntu. Questa opportunità,
peraltro, è abbastanza inutile dal momento che, non essendo prevista
la memorizzazione della configurazione, l’eventuale lavoro fatto viene perso
allo spegnimento del PC.

Ubuntu Live dà un’ottima impressione e trasmette una sensazione di
ordine e pulizia che altre distribuzioni non raggiungono. Il problema, piuttosto,
è la sua lentezza con computer dotati di poca RAM: funziona anche con
128 MB, ma francamente ne servono almeno 256 per poter lavorare con un minimo
di soddisfazione. Un sistema per tamponare la mancanza di RAM è creare
una partizione di swap col programma GParted: in pratica, uno spazio nell’hard
disk viene visto come memoria RAM.
Ubuntu riconosce questa partizione in fase di avvio e la usa per migliorare
le prestazioni. Attenzione, però, a usare gParted: giocare con le partizioni
del disco fisso non è esente da rischi.

Ubuntu fa della semplicità una delle sue caratteristiche, ma in questo
modo perde alcune funzionalità che, invece, sono presenti in Knoppix.
Ad esempio, Ubuntu non fa vedere automaticamente le eventuali partizioni di
Windows presenti nel PC, e per farlo bisogna agire manualmente su un terminale
di comando.

Da quanto detto, emerge che Ubuntu Live è un’ottima distribuzione,
ma principalmente a livello dimostrativo. E’ certamente possibile lavorarci,
ma la mancanza del salvataggio della configurazione così come di alcuni
programmi la rendono meno versatile di Knoppix. Tutto questo è probabilmente
dovuto al fatto che, nelle intenzioni dei creatori, questa Live deve servire
solo per far conoscere Ubuntu e spingere le persone a installare la versione
desktop.

Per chi apprezzerà questa distribuzione, quindi, il consiglio, anche
alla luce della notevole richiesta di RAM, è proprio quello di scaricare
e installare sull’hard disk la versione desktop di Ubuntu. Inoltre, è
possibile ordinarla direttamente dal sito Internet e ricevere a casa propria
un CD senza alcun costo, in pieno spirito “Ubuntu”.

Punti di forza
• semplicità e chiarezza
• desktop manager (GNOME) moderno
• utilizzo di soli programmi “liberi”

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