Tutti i distretti del mobile italiano

Aree geografiche e tassi produttivi

Ottobre 2002,
La suddivisione in distretti all’interno del settore mobili-arredamento
è uno dei fattori di competitività che ha reso grande questo settore
in Italia.
Secondo alcuni dati elaborati dall’Ufficio Statistica della Cciaa di Udine,
ci sono oltre mille aziende che producono sedie (tavoli e complementi) localizzate
in quello che viene definito il "triangolo della sedia", un’area di
90 Km quadrati che abbraccia 11 comuni della provincia di Udine. Del migliaio
censite, oltre 250 vanno sul mercato con prodotti finiti realizzando 4.000 miliardi
di lire di fatturato. In un anno vengono prodotti 44 milioni di sedie, pari
all’80% della produzione italiana, al 50% di quella europea e al 30% della produzione
mondiale. In questo distretto, esiste una grossa distinzione tra imprese che
si specializzano in una o alcune fasi della filiera produttiva, poiché
poche sono quelle a ciclo produttivo integrato. Si distinguono dunque in imprese
di dimensione artigianale che producono semilavorati o eseguono lavorazioni
specializzate su commissione di produttori locali, quali la tornitura, curvatura,
levigatura, intaglio, verniciatura e imbottitura; in imprese di dimensione superiore
che acquistano i semilavorati, eseguono le fasi finali del ciclo e vendono poi
il prodotto finito; ci sono poi le imprese industriali di piccole dimensioni
che lavorano con un ciclo quasi completo fatto salvo alcune lavorazioni destinate
alla subfornitura; infine le medie imprese industriali che sono in grado di
incorporare l’intero ciclo di produzione che però si organizzano decentrando
alcune lavorazioni quando il ciclo è in espansione.

Il Distretto dell’Alto Livenza (tra la provincia di Treviso e Pordenone)
è invece noto per la specializzazione legata al mobile da cucina e a
quello per ufficio. Secondo dati del consorzio Aaster, in questo distretto l’80,5%
delle aziende produce mobili e il 19,5% è costituito da aziende produttrici
di legno. Spesso lo sviluppo di questo distretto ha spinto molte imprese a indirizzarsi
con prodotti di fascia di prezzo media e anche alta. Il settore mobiliero, a
differenza di altri dell’industria leggera, è costituito da aziende
di discrete dimensioni anche perché le attività produttive richiedono
una struttura di una certa consistenza. All’interno di questo distretto,
molto variegato, un ruolo di primo piano è costituito dalle imprese specializzate
nella fornitura di componenti. E questo presumibilmente è dovuto a un
processo di specializzazione delle fasi a monte del ciclo produttivo. A differenza
di altri, comunque, il Distretto dell’Alto Livenza ha un maggior numero
di imprese simili ai gruppi industriali che affidano all’azienda principale
i compiti di coordinamento con le altre società di produzione, società
di servizi e strutture commerciali. Le unità locali appartenenti a questo
settore sono circa 1.600 e occupano 22.000 addetti. Si tratta della maggior
area mobiliera a livello nazionale con 25mila occupati.

Contrariamente al’Alto Livenza, il distretto della Pianura Veronese è
invece molto frammentato dal punto di vista della struttura aziendale con la
maggior parte delle aziende di dimensioni minime (anche solo fino a tre addetti)
o piccole (fino ai 10 dipendenti), in tutto quasi 1.700 aziende. In questo caso
le imprese sono suddivise in quelle orientate al mercato e nelle imprese terziste.
Nel primo gruppo troviamo le aziende orientate all’export, quelle che
fanno vendita diretta e quelle che si avvalgono di punti vendita. Le imprese
che destinano più del 70% della produzione ai mercati esteri sono circa
un 13% di quelle orientate al mercato; le aziende orientate alla vendita diretta
sono il 33% di quelle orientate al mercato.
Infine quelle che si avvalgono di intermediari sono le più numerose e
di piccole dimensioni. Appartengono al secondo gruppo le imprese che producono
per oltre il 70% in conto terzi. Qui rientrano subfornitori industriali, ovvero
che hanno impresso all’attività di produzione in conto terzi un
connotato industriale; i subfornitori artigianali (30% dei terzisti) e i subfornitori
minimi (il gruppo più consistente pari al 69% dei terzisti).

Il distretto della pianura padovana, quello di casale di Scodosia (Pd), è
specializzato nella produzione del mobile d’arte e conta 480 imprese e
1.800 addetti. Per quanto riguarda il distretto della Brianza comprende la provincia
di Como, con Cantù come centro principale e i comuni di Desio e Seregno
in provincia di Milano. Nel distretto operano complessivamente oltre 35.000
unità locali, con 4.700 aziende circa nel settore mobile/arredo e più
di 22.000 addetti. Si tratta del più antico distretto del mobile italiano
con una struttura produttiva molto frammentata: il 75% delle 6.000 imprese è
di tipo artigianale con un numero di addetti del 3,8% nel mobile in legno; 4
nell’imbottito e 5,4 nel mobile in metallo (la fonte di questi dati è
il sito web Unioncamere Lombardia 2001 e ricerca del gruppo Sistemarredo – Sda
Bocconi). Il valore della produzione destinata all’estero nel caso della
Brianza è piuttosto basso: solo il 25% deriva da esportazioni. Diverso
è il distretto della Murgia pugliese con un orientamento all’esportazione
forte (il 60 per cento) e 250 imprese per un totale di oltre 7.000 addetti.
Qui la produzione è concentrata su una decina di società che rappresentano
le Imprese guida del distretto. I primi tre gruppi (Natuzzi, Calòia e
Nicoletti) rappresentano il 55 per cento del valore della produzione locale
e assorbono il 65 per cento dell’occupazione del distretto. La dimensione
media di queste aziende ha anche potuto far fronte alla competitività
della grande distribuzione, cosa di cui invece hanno sofferto i piccoli artigiani
della Brianza.

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