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La produzione e la vendita di medicinali coinvolge oltre 300 industrie farmaceutiche 250 distributori e un plotone di punti vendita costituito da 16mila farmacie

Gennaio 2005, Il nostro Paese è affollato da farmacie. La legge 362/1991
prevede, infatti, che venga aperta una farmacia ogni 4mila abitanti nei comuni
con almeno 12.500 abitanti, e una ogni 5mila abitanti nei comuni con meno di
12.500 anime.
La realtà supera, però, questi parametri in quanto risulta esserci
una farmacia ogni 3.465 abitanti, in media col resto d’Europa. Secondo
i dati forniti da Assofarm, nel territorio italiano esisterebbero, infatti,
ben 16.726 farmacie. In Italia il settore farmaceutico è soggetto a rigide
e datate normative: in base al testo unico delle leggi sanitarie del 1934, la
vendita di medicinali e prodotti per l’automedicazione può avvenire
esclusivamente attraverso il canale delle farmacie, ma queste sono soltanto
un anello della catena distributiva dei medicinali in Italia, catena che vede
coinvolti altri due attori, le industrie farmaceutiche e i distributori farmaceutici.
A oggi le industrie farmaceutiche in Italia, secondo i dati forniti da Farmindustria,
sono 294, per un fatturato che supera i 17 milioni di euro. La concentrazione
più forte si ha in Lombardia con 127 industrie, seguita a distanza da
Lazio e Toscana, rispettivamente con 69 e 31 industrie, mentre tutte le altre
regioni sono molto distanziate.
Se a queste aggiungiamo le aziende produttrici di articoli per l’automedicazione (prodotti da banco) il numero sale ulteriormente.
In base ai dati Anifa (Associazione nazionale dell’industria farmaceutica
dell’automedicazione) in Italia esistono 212 imprese che producono farmaci
per l’automedicazione. In molti casi si tratta di industrie che producono
sia farmaci dietro prescrizione medica, sia quelli da automedicazione, quindi
non è possibile fare una somma algebrica delle due cifre, ma si superano
comunque di gran lunga le 300 unità.
Le imprese Anifa sono in genere di dimensioni medio-piccole i cui fatturati
non superano i 2,5 milioni di euro (65% del totale). Soltanto una piccolissima
percentuale supera i 50 milioni di euro all’anno. A queste possiamo poi
aggiungere le industrie omeopatiche, in Italia rappresentate dall’Aio
(Associazione italiana omeopatia), che conta 39 associate. A parte i medicinali
che le industrie vendono direttamente a ospedali e case di cura (circa il 12%),
tutti gli altri passano dai 141 distributori farmaceutici che, considerando
anche le filiali dipendenti da una sede principale, diventano 262 unità
distributive, in media una ogni 60 farmacie circa (dati Adf, Associazione distributori
farmaceutici). Il comparto farmaceutico è, quindi, una realtà
molto variegata, con numeri decisamente interessanti e un dato è certo:
non può fare a meno di soluzioni informatiche, ovviamente molto verticali,
che devono far fronte alla complessità del settore, con le specificità
di ognuno dei tre anelli della catena distributiva. Le farmacie devono vedersela
con oltre centomila prodotti ipoteticamente vendibili, seimila dei quali da
custodire negli scaffali, un magazzino che immobilizza ingenti risorse finanziarie,
e un Servizio sanitario nazionale lentissimo nei pagamenti. E poi con i rapporti
con i fornitori e con la gestione della contabilità e dell’inventario,
per non parlare del tempo necessario per aggiornarsi sulla mutuabilità
o meno dei farmaci e sulle variazioni che quotidianamente riguardano i farmaci.
Una farmacia non può fare a meno di modem, pc, software gestionale ad
hoc e penne ottiche per leggere i codici a barre dei medicinali, fonte di tutte
le informazioni necessarie per l’immagazzinamento e la vendita di ogni
singolo farmaco. I "grossisti del farmaco" devono vedersela con
altri problemi. Come quelli che comunica l’Adf, "la distribuzione
dei medicinali dev’essere tempestiva, capillare ed efficiente. Tempestiva,
perché gli ordini inviati giornalmente dalle farmacie ai distributori
intermedi vengono evasi, nel caso dei medicinali, entro 12 ore lavorative. Capillare,
perché le farmacie vanno rifornite tutte, indipendentemente dalla loro
dislocazione, dalle loro dimensioni e dalla consistenza economica dell’ordine.
Efficiente, perché a ogni paziente deve essere assicurata la disponibilità
di qualunque medicinale, nel minor tempo possibile e in condizioni di perfetta
conservazione". Per le industrie farmaceutiche le esigenze sono legate
a una produzione sottoposta a rigidi vincoli normativi, alla gestione della
supply chain, alla distribuzione dei farmaci e alla gestione degli informatori
scientifici, ormai tutti dotati di notebook per trasmettere giornalmente i propri
dati alla sede centrale.

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