Tutti d’accordo su Linux Standard Base 2.0

Distribuzioni e produttori si accordano per supportare una sola versione del sistema operativo open source. Obiettivo: evitare la frammentazione.

14 settembre 2004 Così, di primo acchito, sembrerebbe una forma
di rivitalizzazione del quasi dimenticato UnitedLinux.
O più semplicemente è
l’ennesima presa d’atto che l’unione fa la forza.
In ogni caso, nella
giornata di ieri, l’associazione Free Standards Group ha reso
noto che i suoi aderenti hanno deciso di supportare una sola versione del
sistema operativo, così da evitare rischi di frammentazione, con effetti
negativi soprattutto nei confronti della clientela aziendale.
In concreto,
questo significa che aziende del calibro di Advanced Micro Devices,
Dell, Hp, Ibm, Intel., Red Hat  e Novell
sono tutte d’accordo nel
supportare Linux Standard Base 2.0.
La decisione è una
risposta concreta a una serie di perplessità sollevate negli ultimi tempi da
alcuni analisti e osservatori, secondo i quali la tendenza ad aggiungere layer
“proprietari” sul sistema operativo base di fatto rischiava di condurre alla
frammentazione dell’intero asse open source.
E questa frammentazione potrebbe
rivelarsi un forte inibitore all’adozione di Linux, in particolr modo nel mondo
delle corporation.
La scelta è dunque quella di convergere su Lsb
2.0,
il che significa che i produttori utilizzeranno interfacce di
programmazione standard per connettere a Linux i loro software. Per le aziende,
di conseguenza, significa poter scegliere le applicazioni senza impatti sul
sistema operativo.

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