Tutte le novità di Fedora 10

Fedora 10 arriva a poco più di sei mesi dal rilascio della precedente release. Ecco tutte le novità.

“Fedora Project” rilascerà quest’oggi la nuova versione della distribuzione Linux, conosciuta anche con il nome in codice “Cambridge”. Fedora 10 arriva a poco più di sei mesi dal rilascio della precedente release. Secondo il responsabile del progetto, Paul Frields, la decima di Fedora porta con sé molte novità grazie anche ad sempre maggior numero di persone che contribuiscono alla crescita della distribuzione, sponsorizzata ma non direttamente supportata da Red Hat.

Basato sulla versione 2.6.27.5 del kernel Linux, Fedora 10 integra il “desktop environment” Gnome 2.24.1 oltre alla suite per l’ufficio OpenOffice 3.0.

Fedora 10 supporta di default il KVM (Kernel-based Virtual Machine) hypervisor che in Fedora 9 ed in Red Hat Enterprise Linux 5.x poteva essere installato opzionalmente. KVM è stato sviluppato da una società chiamata Qumranet, acquisita a Settembre da Red Hat per una somma pari a 107 milioni di dollari.
La tecnologia KVM è importante perché è già strettamente correlata allo sviluppo del kernel Linux, diversamente rispetto all’hypervisor opensource di Xen (che comunque resta ad oggi il software per la virtualizzazione predefinito in Red Hat Enterprise 5.x). Grazie alla sistemazione di molteplici bug, Red Hat sembra pronta a spingere pesantemente su KVM.

Per quanto concerne le altre novità, il “Network Manager” di Fedora 10 dispone adesso di una funzionalità “istant on” che permette a qualunque macchina dotata di una scheda ethernet oppure di una connessione mobile a banda larga di condividere il collegamento Internet con altre postazioni presenti nelle vicinanze.

La nuova versione di Fedora propone anche “Plymouth”, interfaccia grafica per la gestione della fase di boot del personal computer.

PackageKit, programma per la gestione dei pacchetti software che ha fatto il suo debutto in Fedora 9, è stato ulteriormente migliorato aggiungendo funzionalità in grado di stabilire se l’utente, sul suo sistema, necessita di particolari elementi per il corretto funzionamento delle applicazioni. Ad esempio, nel caso in cui vi fosse la necessità di disporre di un particolare codec per la fruizione di contenuti multimediali, PackageKit provvederà a prelevarlo automaticamente. Frields spiega come PackageKit sia divenuto in grado di scaricare autonomamente driver, fonti di carattere e perfino intere applicazioni allorquando l’utente ne possa aver bisogno.

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