Tsf e l’infrastructure as a service

L’azienda italiana si pone ai vertici europei nel modello di servizio, cercando nuovi clienti nel settore privato. È l’evoluzione del data center proposta da Maticmind.

Stiamo attraversando una nuova fase di rinnovamento nel modello di riferimento dell’infrastruttura Ict. Modalità e tempi di disponibilità dei servizi, siano essi di banda, memoria, piattaforma o applicazioni sono completamente diversi rispetto al passato. A questo argomento, genericamente definito “L’evoluzione del data center, ha dedicato tre incontri a Napoli, Milano e Roma la Maticmind, azienda interamente italiana specializzata nella fornitura di servizi e soluzioni It, ritenendo essenziale il confronto tra i protagonisti della filiera commerciale dello specifico settore.

“Mi sembra che convivano, intrecciandosi fra loro, due aspetti caratterizzanti: la virtualizzazione e il modello as a service”, ha detto Umberto Bertelè, Presidente Mip – School of Management del Politecnico di Milano, presentando l’evento.
Nell’evento romano sono state presentati punti di vista e realizzazioni di svariate realtà italiane, quali Telecom Italia, Rai, Regione Toscana. Tra le aziende intervenute particolarmente interessante è sembrata la posizione di TSF, lo spin off del Gruppo Ferrovie dello Stato del quale ha lungamente curato in outsourcing tutti i sistemi informativi. “Inaugureremo un nuovo spazio, il nostro HyperCED, per erogare vari tipi di servizio in pay per use, dall’infrastruttura alla piattaforma e al software, dove siamo un anno avanti alla concorrenza nazionale e tra i primi in Europa”, ha detto Fabio Vaiani, Responsabile dei servizi di Esercizio infrastrutturale di Tsf.
Visti dall’esterno i Ced odierni hanno carrozzeria, trasmissione e sicurezza di una Ferrari da corsa, ma montano motori e serbatoi modulari a seconda delle esigenze.

Aderenza gli standard
“Tra le caratteristiche che ci rendono interessanti c’è l’elevata sicurezza -quasi un tier 4- e la certificazione Iso 27000, che fa gola al mercato”, continua Vaiani. “E per l’Iso 20000 siamo i secondi in Italia -ma la prima è stata la nostra cliente Rfi- oggi richiesta nelle gare pubbliche, nella quale siamo addirittura assistenti alla certificazione”, spiega.
La Iso 20000 è una certificazione che attesta che l’aderenza dei processi con le best practices Itil tradotte in norma Iso.

TSF fa oggi parte del gruppo Almaviva e dopo fasi piuttosto calde è in fase di ridiscussione dell’accordo con Ferrovie. E’ importante vedere come l’azienda intenda collocare sul mercato le risorse del nuovo HyperCed di Roma. “Noi usciamo su un mercato limitrofo alle ferrovie, nel quale il cliente può mantenere la governance mentre il servizio si modella su vari gradi di Sla, service level agreement”, conclude Valiani: “se oggi fuori da Ferrovie abbiamo il 5% del fatturato, puntiamo decisamente al 10-15% in tempi brevi”.
Questo approccio risponde alle attuali esigenze Ict delle grandi aziende, che cercano la la riduzione di una complessità prossima talora all’intollerabilità ma senza perdere agility, ovvero la facilità di adattamento dei propri sistemi ai mutamenti di indirizzo strategico.

Ced più potenti ma verdi
Con l’attuale architettura UCS Cisco l’intelligenza è distribuita e bisogna vedere se il modello si ferma al cloud o se diventa più ampio, mentre il data center è verde nella gestione del condizionamento e nel corridoio caldo fino all’ottimizzazione nell’uso del rame. L’attuale architettura proposta da Maticmind sfrutta soluzioni Cisco, Emc e VmWare grazie ad un rapporto molto stretto con i fornitori. “Maticmind è stato il primo partner italiano Ucs di Cisco”, precisa Fabrizio Monticelli, direttore marketing dell’azienda italiana, “e per il leader delle reti siamo anche Atp, Authorized Technology Partner”.

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