«Le piccole e medie imprese non dovrebbero dimenticarsi che il ranking, e quindi la valutazione, riguarda tutta la catena. Il supervisor è la Banca d’Italia, che a sua volta viene valutata da altri. Ma la credibilità del dato …
«Le piccole e medie imprese non dovrebbero dimenticarsi che il ranking,
e quindi la valutazione, riguarda tutta la catena. Il supervisor è la
Banca d’Italia, che a sua volta viene valutata da altri. Ma la credibilità
del dato è il vero perno della questione e l’affidabilità del
dato amministrativo dipende anche dalla credibilità di chi il dato lo
fornisce. Gli istituti di credito tedeschi, per esempio, prendono voti più
alti delle nostre banche e questo perché applicano giudizi più
severi».
Paolo Voarino, senior yellow Rarc-Car Lab, Rutger
University
«Sarebbe giusto ricordare che la nuova regolamentazione non impatta
sulle imprese, ma sul sistema bancario. Ma quante aziende sono al corrente del
tema della regolamentazione in atto all’interno delle banche alla luce di Basilea2?
Per noi l’aspetto centrale è tutto qui, ossia nella relazione con la
clientela, che per giunta in Italia è del tutto particolare. In nessun
altro Paese i ritardi nei pagamenti e i tempi di recupero dei crediti da parte
delle banche sono così lunghi. Ma non potrà essere così
per sempre».
Gianfranco Torriero, direttore centrale Abi
«Le nostre aziende oggi devono per forza crescere e per riuscirci
dobbiamo fare leva sui rapporti con le banche. Basilea2 ci offre la possibilità
di valutare di più e meglio il concetto di rischio e di garanzia, permettendo
così una maggiore trasparenza. Ma questo mi preoccupa: penso alle imprese
molto piccole e qui il problema di comunicazione si scontra con quello di cultura
finanziaria. Dobbiamo patrimoniarizzare meglio per non abbassare i rating e
spostare i tempi d’indebitamento, altrimenti passeremo la vita a pagare i mutui».
Alberto Marenghi, presidente G.I. Federlombardia
