Tre operatori analizzano come si muove il mercato delle professioni Web

Sono indubbi i nuovi sbocchi aperti dalla net economy in ambito occupazionale. Il boom delle figure legate a Internet di inizio anno sembra oggi ridimensionato, ma le prospettive permangono molto positive. Di conseguenza, anche gli stipendi tenderanno a stabilizzarsi.

Il mondo del Web ha aperto un filone informatico carico di opportunità occupazionali e di sbocchi, sia in termini di sviluppo professionale che di carriera. Da molti, inoltre, il Web è ritenuto il motore trainante del boom informatico che ha caratterizzato l’ultimo biennio e il possibile salvagente per un ipotetico, quanto temuto rallentamento dei livelli occupazionali nel nostro settore. E-commerce, Internet, intranet e altri termini sono oramai entrati nel linguaggio comune e costituiscono non solo normali strumenti del lavoro quotidiano, ma anche requisiti praticamente indispensabili per molte posizioni informatiche.


Il Web è diventato, quindi, una delle aree più interessanti e potenzialmente più appetibili di tutta l’informatica: su questa nicchia, infatti, si concentrano molte richieste di personale, sia a livello di puro turnover che a livello di incremento delle risorse impiegate.


Questo scenario, però, è in continuo movimento, sia perché legato a fattori meramente tecnologici (nuovi prodotti e nuove tendenze), sia perché vincolato dall’andamento congiunturale, condizionato dalla situazione economica generale e dalla net economy, in particolare. Abbiamo chiesto a due società di ricerca del personale, come Selebi e Desc, particolarmente coinvolte nel reclutamento di risorse Ict, e a Sidim, un importante Ibm Business Partner, un’opinione sulle reali potenzialità di occupazione delle nuove figure per la net economy.


"Attualmente – ci dice Mario Bianco, titolare della Selebi di Milano – lo scenario si presenta ancora positivo. Infatti, se escludiamo l’e-commerce, che a mio avviso in Italia stenta ancora molto a decollare, tutte le altre posizioni Web, a partire dai programmatori Java, fino agli esperti di database, possono contare su una offerta piuttosto consistente e che, secondo me, dovrebbe comunque mantenersi positiva almeno fino a fine anno. Per il 2002, lasciamo prima passare l’effetto euro e poi si potranno azzardare previsioni un po’ più realistiche".


Un po’ meno ottimistico il giudizio di Elisabetta Solbiati, titolare della Desc di Busto Arsizio (Va). Già in luglio e agosto abbiamo registrato un rallentamento generale nelle richieste e credo che anche l’informatica risentirà di una situazione complessiva meno brillante rispetto allo scorso anno e al primo semestre del 2001. Ritengo, tuttavia, che nel futuro la tendenza per l’area Web si manterrà, comunque, positiva, anche se in maniera meno spiccata: in altre parole il boom è finito, ma le prospettive rimangono buone".


"Condivido in buona parte questi giudizi – ci dice Sergio Bertuzzi, presidente della Sidim, Ibm Business Partner di Milano – ma vorrei fare una precisazione, a mio avviso molto importante. Il mondo Web è ancora in embrione, quindi non può saturarsi in tempi così brevi, per cui continuerà comunque a crescere, proprio perché spinto da innovazioni tecnologiche con potenzialità ancora tutte da scoprire. Certo, più passa il tempo e più il numero delle risorse che entrano nel settore ne ridurrà la potenzialità, per un ovvio bilanciamento fra domanda e offerta, ma ciò non toglie che nei prossimi anni il Web, sotto l’aspetto di opportunità professionale, godrà ancora di ottima salute".


Quindi, dal punto di vista occupazionale, le nubi all’orizzonte appaiono lontane o di piccola entità: ciò significa che anche gli stipendi avranno lo stesso andamento.


"Non credo – precisa Bianco – che le retribuzioni degli informatici, già abbastanza sopra la media, possano continuare a crescere, sostenuti soltanto dalla legge del mercato. A mio avviso, anche in funzione delle difficoltà economiche di carattere generale, si dovrebbe assistere a una stabilizzazione degli stipendi sui livelli attuali. In sostanza, anche le figure professionali operanti nell’ambito Web dovrebbero, dal punto di vista economico, allinearsi agli altri colleghi informatici".


Solbiati concorda con quanto detto e spiega: Si assisterà a un riallineamento delle retribuzioni, sia in ambito informatico che in rapporto ad altri settori. Resterà, probabilmente, qualche eccezione, legata a posizioni con contenuti professionali di alta specializzazione, o a funzioni per le quali è richiesta un’esperienza molto vasta e differenziata, capace di spaziare un po’ in tutti i settori aziendali. Si tratta, tuttavia, di ricerche mirate e quindi marginali, rispetto alla globalità del settore".


"Per noi "utilizzatori di risorse" – commenta Bertuzzi – quello delle retribuzioni è un problema importante. Disporre di collaboratori preparati è un vantaggio competitivo fondamentale, e questo ci ha spinto a politiche retributive onerose per la società. Per il futuro, le cose dovrebbero migliorare, nel senso che dovrebbe esserci un calmieramento anche per il Web, grazie soprattutto all’immissione continua di nuove risorse. Credo, tuttavia, che proprio per quanto detto in precedenza, gli stipendi di questi specialisti rimarranno comunque più alti di quelli di altri colleghi informatici".


"In effetti – coglie l’occasione per precisare Bianco – nell’area Web stanno emergendo figure professionali specialistiche e relativamente nuove, molto richieste dal mercato. Mi riferisco, per esempio, alla sicurezza e alla protezione dei dati, oggi minacciate dai virus e condizionate dalla privacy, oppure alla qualità, diventata un fattore molto importante anche nell’ambito dei servizi. Evidentemente questo dimostra l’estrema vivacità del Web, che continua a creare nuove professioni e quindi nuove opportunità di lavoro".


Ma c’è un altro aspetto molto importante, che merita di essere evidenziato. La formazione – tiene a precisare Solbiati – è un fattore molto importante nelle così dette nuove professioni. La scuola è del tutto insufficiente a preparare gli specialisti del domani e questa carenza endemica si accentua maggiormente quanto più le discipline sono nuove. Infatti, la rapidità con cui queste evolvono, aumenta il gap rispetto alla scuola tradizionale, per cui la formazione post-scolastica e complementare in genere è, e sarà la sola possibilità per una vera qualificazione professionale. Gli sforzi, sia in termini di impegno che in termini economici, saranno più che ricompensati dalle maggiori opportunità del mercato. Infatti la formazione non solo facilita l’inserimento in azienda, ma consente al candidato di negoziare un trattamento economico più favorevole".


E per concludere una riflessione sul ruolo del Web nei confronti delle posizioni per così dire tradizionali. Non credo – afferma Solbiati – che le nuove figure professionali legate al Web abbiano eroso posti di lavoro alle posizioni classiche. Certo il nuovo ha sempre una certa prevalenza sul vecchio, ma non mi sembra di poter affermare che ci sia stata una sostituzione nei ruoli. Semmai c’è stata una integrazione fra Web e tradizionale, ma nel complesso le potenzialità del mercato sono sicuramente cresciute. Ritengo, infatti, che questo connubio non solo continuerà, ma diventerà sempre più accentuato, a tutto favore di una ulteriore espansione in termini occupazionali".


"Non posso che concordare con questo giudizio – ci dice Bianco –. Le nuove professioni hanno aumentato le possibilità di entrare nel mondo del lavoro informatico, senza peraltro intaccare i livelli già raggiunti. Quindi non esiste alcun conflitto di ruoli fra Web e sistemi classici: sono semplicemente due aspetti dello stesso mondo informatico in costante crescita.


Interessante è, infine, la conclusione di Bertuzzi: Il conflitto non esiste non solo perché, per nostra fortuna, il mercato è così ampio, da garantire, almeno per ora, posto per tutti, ma soprattutto perché molte figure professionali impiegate nei settori classici, hanno avuto così tante opportunità di sviluppo sia professionale che economico, da non dover cercare in altre specializzazioni quelle soddisfazioni che già hanno. Non sto parlando di appagamento e quindi di stallo, che nel nostro settore equivale a obsolescenza, mi riferisco soltanto al fatto che non esiste, almeno finora, alcuna conflittualità fra un programmatore tradizionale e uno che opera nel Web, semplicemente perché ciascuno svolge la propria attività con piena soddisfazione, o comunque cerca altre motivazioni nel proprio ambito, anziché in un’area diversa. Concordo quindi che lo sviluppo futuro stia nella integrazione, nel senso che entrambe le risorse dovranno collaborare e convergere verso la realizzazione di sistemi informativi integrati".

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