Trasparenza contro diffidenza

«Se l’outsourcing in Italia non ha la stessa penetrazione riscontrata all’estero – ha detto Roberto Carrozzino di Atos Origin – la colpa in parte è anche di noi operatori del settore». Secondo il manager, infatti, non ci si può …

«Se l’outsourcing in Italia non ha la stessa penetrazione riscontrata all’estero – ha detto Roberto Carrozzino di Atos Origin – la colpa in parte è anche di noi operatori del settore». Secondo il manager, infatti, non ci si può limitare a dire che il mercato non è in grado di capire le potenzialità dell’esternalizzazione, ma parte della responsabilità è probabilmente anche dei player, che non riescono a farsi comprendere fino in fondo e a trasmettere alle aziende i vantaggi indubitabili che questo paradigma può offrire.


In questo senso, chiarezza dell’informazione e trasparenza sono aspetti fondamentali che i fornitori non devono e non possono sottovalutare e soprattutto dai quali non possono prescindere.


È d’accordo anche Alessandro Marin di Accenture, il quale ha sottolineato l’importanza di far passare il messaggio al cliente che una volta siglato il contratto, non si troverà a operare su una blackbox della quale non conoscerà il funzionamento, ma avrà invece a disposizione (grazie alla definizione di Sla e del loro costante monitoraggio, all’individuazione di protocolli di comunicazione, di accordi di servizio e via dicendo) una "scatola" assolutamente trasparente della quale avrà piena visibilità.


L’elemento premiante di questa trasparenza, secondo Marin, è che la preoccupazione assolutamente naturale che il cliente ha all’inizio del rapporto non potrà che andare scemando.

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