Concretizzare la trasformazione digitale richiede uno sforzo che va oltre la mera tecnologia.
Il concetto è la sintesi che emerge dall’ultima ricerca commissionata da Fujitsu, The Digital Transformation PACT, che esamina le performance delle aziende nei confronti di quattro elementi strategici necessari alla trasformazione digitale: persone, azioni, collaborazione e tecnologia, PACT, appunto.
L’indagine, svolta su 1.625 business leader, sottolinea l’importanza che la trasformazione digitale riveste per le aziende, con la maggioranza di esse (il 46%) che dichiara di aver già implementato progetti di digitalizzazione e l’86% che sta pianificando di farlo nell’arco dei prossimi 12 mesi.
La ricerca quantitativa è stata effettuata nei mesi di luglio e agosto 2017 dalla società di ricerche Censuswide. Sono stati intervistati 1.625 decision maker aziendali di aziende di medie e grandi dimensioni operanti nel settore pubblico, servizi finanziari, retail e industria. Tutti gli intervistati avevano già completato un progetto di trasformazione digitale o avevano espresso l’intenzione di farlo in futuro. I Paesi coinvolti: Australia (153 intervistati); Germania e Spagna (151 ciascuno); Italia, Cina, Finlandia e Svezia, Francia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti (150 intervistati ciascuno); Hong Kong e Singapore (50 ciascuno); Irlanda (20).
L’84% delle aziende afferma che i clienti si aspettano che siano maggiormente digitali, mentre il 71% pensa di non essere all’altezza, su questo versante, rispetto ai competitor.
Due intervistati su tre (il 66%) sono convinti di essere destinati a perdere clienti a favore della concorrenza come conseguenza della trasformazione digitale.
A preoccupare le aziende anche l’aspetto economico, ovvero i costi legati ai progetti di trasformazione: un intervistato su tre (il 33%) ha dichiarato di aver cancellato un progetto di digitalizzazione negli ultimi due anni, perdendo oltre 420mila euro, mentre uno su quattro (il 28%) ha dovuto registrare il fallimento di un progetto per un costo di 555mila euro.
Quando la tecnologia da sola non basta
Per Duncan Tait, CEO, SEVP e Head of Americas and EMEIA di Fujitsu, la tecnologia èun reale fattore di trasformazione, ma per sfruttare al meglio il digitale servono ben più che gli ultimi strumenti: «per concretizzare una vision digitale è essenziale possedere le giuste competenze, partnership di processo e tecnologie».
Prima le persone
Nel considerare il proprio approccio nei confronti delle persone coinvolte nei progetti di trasformazione digitale, la quasi totalità degli intervistati (il 90%) dichiara di stare compiendo al proprio interno i passi necessari a estendere l’accesso a competenze digitali; il 70% ammette una chiara mancanza di competenze di questo tipo all’interno della propria organizzazione, con conseguenze importanti: per esempio, l’80% degli intervistati afferma che questo costituisce il principale impedimento per poter affrontare il tema della cybersecurity. Guardando al futuro, il 93% ritiene che la crescita delle competenze del personale risulterà essenziale per il successo delle rispettive aziende nei prossimi tre anni, mentre l’83% è convinto che l’intelligenza artificiale richiederà un cambiamento nelle competenze necessarie entro il 2020.
Processi e comportamenti
Guardando alle azioni, ovvero ai processi e ai comportamenti che servono per abilitare la trasformazione digitale, nove business leader su dieci (il 90%) affermano che le rispettive aziende possiedono una strategia digitale chiaramente definita, mentre l’83% è fiducioso che il resto della propria azienda la conosca. Di contro, tre quarti (il 74%) nota come vengano spesso avviati progetti privi di un collegamento con la strategia di business complessiva, mentre il 72% sottolinea come i progetti digitali “ombra” rappresentino l’unico modo per concretizzare un’innovazione significativa in alcune aree dell’azienda. Due intervistati su tre (il 66%) attribuiscono al costo degli insuccessi il fatto di essere stati dissuasi dal perseguire ulteriori iniziative di trasformazione digitale.
Collaborazione e co-creazione
Sul tema della collaborazione, la maggior parte delle aziende afferma di avere già intrapreso o di prevedere di avviare progetti di co-creazione (il 63%) con partner come esperti di tecnologia (64%) e clienti esistenti (42%). Sorprende scoprire che il 79% sarebbe addirittura disposto a condividere informazioni sensibili nell’ambito di questi progetti di co-creazione; tuttavia il 73% afferma che non riuscire a raggiungere il successo entro un arco di tempo limitato metterebbe rapidamente fine a queste partnership strategiche.
Comunque tecnologia
Quando si parla di tecnologia, le aziende intervistate sembrano intenzionate a implementare una grande varietà di sistemi; metà di esse prevedono di introdurre entro i prossimi dodici mesi soluzioni di cybersecurity (il 52%) o di Internet of Things (il 51%), seguite da progetti di cloud (il 47%) e Intelligenza Artificiale (il 46%). Gli intervistati sono consapevoli dell’impatto rivoluzionario del cambiamento tecnologico, con l’86% che afferma che la capacità di cambiare sarà cruciale per la propria sopravvivenza nei prossimi cinque anni. Tuttavia, il 71% nutre preoccupazioni circa la capacità della propria azienda di adattarsi a tecnologie come l’intelligenza artificiale.
Per Tait: “L’introduzione di nuove tecnologie all’interno delle aziende ha sempre richiesto equilibrio. Un bilanciamento dei quattro elementi fondamentali, persone, azioni, collaborazione e tecnologia, è fondamentale se si vuole crescere nel digitale”.