Tra Microsoft e l’Open Source non c’è amore

La società di Bill Gates alza il livello di attenzione e rivede le proprie politiche di business per contrastare il fenomeno Open Source. Questo emerge dall’ultimo rapporto della società alla Sec

6 febbraio 2003 Tra Microsoft e il movimento Open Source non c’è mai stato un buon rapporto, anzi possono essere visti come termini in antitesi. Per la società di Bill Gates la creazione di un programma è frutto di un lavoro di un gruppo e di investimenti fatti in ricerca, i guadagni avvengono attraverso la “vendita” delle licenze e in parte reinvestiti nel processo di creazione. Per contro il mondo dell’Open Source è composto da comunità di programmatori che mettono liberamente a disposizione il proprio lavoro e generano reddito attraverso la vendita dell’assistenza e dei servizi. L’accettazione di quest’ultimo modello di business da parte del mercato costringe Microsoft a rivedere la propria politica sui prezzi di vendita del software. Questa affermazione è contenuta nell’ultimo documento presentato al Sec relativo all’ultimo trimestre chiuso il 31 gennaio. La soluzione a cui si fa riferimento in questo documento è legata alla riduzione dei prezzi di vendita per diventare più “competitivi”, anche se secondo la società americana il vero costo del software deve tenere conto dell’acquisto, della formazione e dell’assistenza. Secondo una recente ricerca Idc i sistemi Windows costano così meno di quelli Linux.

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