Home Interviste Tra artigiani e Pmi, Amazon promuove il made in Italy

Tra artigiani e Pmi, Amazon promuove il made in Italy

I risultati registrati da Amazon Italia in occasione dello scorso Black Friday danno ragione a Giulio Lampugnani, responsabile del Marketplace italiano della società, quando si dice convinto che le piccole e medie imprese italiane abbiano ormai capito l’importanza dell’ecommerce a sostegno dello sviluppo delle loro attività.
Lo dimostrano i numeri e i dati tendenziali – spiega – . Parliamo di tassi di crescita nell’ordine del 70 per cento anno su anno, che hanno riguardato sia lo scorso anno sia questo 2015 e che di fatto toccano migliaia di venditori. E tutte le iniziative che abbiamo strutturato in questi ultimi tempi spingono in questa direzione”.

Focus sugli artigiani

L’esempio palese dell’attenzione di Amazon al mercato delle piccole e medie imprese è il marketplace per gli artigiani, inaugurato qualche settimana fa.
Per la prima volta Amazon ha scelto di interagire con un segmento di mercato percepito a priori distante dall’ecommerce. Ci aspettavamo persone restie e spaventate e invece abbiamo riscontrato un grande interesse nei confronti di una iniziativa che viene colta come opportunità per avviare quel passaggio generazionale che altrimenti fanno fatica a fare”.
I risultati ottenuti mostrano infatti un nuovo affiancamento agli artigiani “tradizionali” da parte dei membri delle nuove generazioni, oggi incentivati ad avvicinarsi a un mestiere che in qualche caso sentivano lontano.
Lampugnani parla di un’opportunità di business pura, anche in questo caso confortato da dati di mercato – quelli di uno studio di Confartigianato – che danno l’export dell’artigianato made in Italy in crescita del 4%.
Ed è proprio dai riscontri ottenuti dopo le prima settimane di esercizio che trova conferma la volontà di Amazon di estendere il marketplace degli artigiani , sul quale sono al momento presenti oltre 150 realtà, una dozzina delle quali con una vera e propria vetrina, oltre gli Stati Uniti e il Regno Unito: “Sicuramente andremo a guardare a quei Paesi con il più alto appetito per il made in Italy”.
L’aspetto più singolare di questa esperienza è che per quanto distanti dall’utilizzo di strumenti digitali, gli artigiani abbiano invece straordinarie capacità di storytelling: per questo “abbiamo fatto un lavoro iniziale con i primi artigiani che hanno aderito alla nostra piattaforma, ma il nostro obiettivo sarebbe metterli nella condizione di autoprodursi i video e i racconti. Ed è per questo che siamo convinti dell’importanza dell’affiancamento delle nuove generazioni”.

Digitaly con Cna

Da tempo Amazon collabora anche con Cna, prendendo parte al progetto Digitaly, con l’obiettivo di conoscere imprese sul territorio e presentare loro le opportunità legate alla digitalizzazione e all’ecommerce, mettendoli in contatto con service provider locali.
Si tratta di un percorso iniziato nel 2014: finora abbiamo organizzato una ventina di eventi e abbiamo intenzione di organizzarne altrettanti”.
Ma non ci sono solo gli artigiani.
L’impegno di Amazon è forte verso tutti i venditori, “con l’obiettivo di trovare nuovi strumenti e superare le eventuali criticità”, spiega Lampugnani.

La logistica e l’account unico europeo

Un primo importante passo è stato fatto con la creazione dell’account unico europeo. In sintesi, un venditore che comincia a vendere in Italia può automaticamente farlo negli altri Paesi senza doversi riaccreditare, ma semplicemente rivedendo i criteri relativi ad esempio alle spese di spedizione.
Un’altra leva importante è rappresentata dalla logistica. Rendere disponibili ai venditori i nostri servizi, significa facilitare la loro operatività al di fuori dell’Italia. E non è un caso che oggi oltre la metà dei venditori italiani si appoggia alla logistica Amazon”.
E l’aver semplificato in una logica di uniformità le tariffe per i servizi logistici prima dell’estate è stata un’iniziativa importante che ha consentito di ridurre in una misura importante i costi a carico dei venditori, in una misura che Lampugnani valuta compresa tra il 20 e il 40 per cento.
Ed è merito di tutti questi sforzi congiunti se il numero di venditori che operano sui mercati diversi dall’Italia cresce del 90 per cento anno su anno”.
Un’altra area di forte investimento è l’account management, ovvero tutte le azioni di supporto e dialogo con i venditori.
Abbiamo realizzato numerose pagine informative per spiegare loro come attrezzarsi ad esempio a gestire il picco natalizio, presentiamo best practice e, naturalmente tutti gli strumenti, disponibili, a partire dalla logistica”.
In Italia la struttura che segue il marketplace è composta da una cinquantina di persone: del resto a livello mondiale circa il 40 per cento degli articoli venduti su Amazon proviene proprio dai rivenditori, “e l’Italia non si discosta particolarmente da questa percentuale”.

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