TLC, un mercato da 47 miliardi di euro

L’Istat fotografa la situazione del settore, che occupa quasi 90.000 addetti. La struttura dei ricavi di fisso e mobile. 2005 attive 10,7 milioni di

Secondo l’Istat (dati 2005), le telecomunicazioni sono un
settore formato da 23 aziende che impiegano 89.381 addetti, più 2.751
persone con contratti di lavoro atipici. Il fatturato totale è di 47.172 milioni
di euro che valgono 528 mila euro il fatturato per addetto. Gli investimenti
totali ammontano a 5.773 milioni di euro, mentre gli investimenti per addetto
risultano pari a 65 mila euro.


Nel settore della telefonia fissa, i servizi prevalentemente offerti dalle
imprese sono costituiti da linee telefoniche analogiche o digitali (le linee
Pstn/Isdn) con 28 milioni di linee. Di queste, il 69% è costituito da utenze
residenziali e il restante 31% da utenze affari.


L’offerta di servizi di telefonia fissa proviene prevalentemente da aziende
di medio-grandi dimensioni; in particolare, i servizi Pstn/Isdn sono offerti per
la quasi totalità (99,6%) da imprese con cento addetti e oltre.


La tecnologia più diffusa nel settore della telefonia fissa è ancora quella
digitale xDSL, che è offerta dall’ 82,6% delle imprese, con circa 6,1 milioni di
abbonati al 31 dicembre 2005. Il 47,8% delle aziende offre servizi in linea
dedicata (punto-punto) e il 39,1% servizi in fibra ottica.


Alla fine del 2005, le linee mobili attive sono 71,9 milioni, mentre le carte
telefoniche prepagate ammontano a oltre 65,3 milioni. Le linee Umts sono invece
pari a 10,7 milioni e quelle di accesso in modalità Ull (Unbundling local loop)
1,9 milioni, entrambe in progressiva e rapida diffusione a seguito degli
interventi normativi sulla liberalizzazione dell’ultimo miglio.


Per quanto riguarda il traffico telefonico su rete fissa è costituito per il
44,1% da chiamate verso lo stesso distretto (abbonati con lo stesso prefisso),
per il 20,1% da chiamate verso altri distretti nazionali (abbonati con prefisso
diverso), per il 18,8% da chiamate verso numerazioni non geografiche (esclusa
rete mobile), per il 12,8% da chiamate verso rete mobile e per il rimanente 4,2%
da traffico internazionale sulla rete fissa.


Il traffico telefonico su rete mobile è rappresentato invece nel 56,1% dei
casi da chiamate verso la rete mobile dello stesso operatore e nel 21,7% verso
quella di altro operatore. Le chiamate da mobile verso rete fissa sono pari al
16,9%, mentre il traffico internazionale su rete mobile è del 2,4%. I ricavi
delle imprese di telefonia fissa provengono per il 17,6% da attivazioni di linee
e canoni di abbonamento alla rete telefonica, per il 12,7% da chiamate nazionali
da fisso a mobile e per l’11,9% da servizi di interconnessione e terminazione.


Significativi sono anche i ricavi derivanti da chiamate telefoniche
distrettuali (6%) e, infine, da servizi di accesso e connessione Internet xDsl
(5,6%). Nella voce “Altri ricavi” (pari al 25% del totale) confluiscono i ricavi
derivanti da altre attività quali i servizi informatici e accessori, le reti di
trasmissione, eccetera.


Per le imprese di telefonia mobile, la principale fonte di ricavo è
rappresentata dalla voce interconnessione e terminazione (21,6%); seguono i
ricavi da chiamate telefoniche nazionali verso rete mobile di uno stesso
operatore (15,6%), quelli da chiamate telefoniche nazionali verso rete mobile di
altro operatore (13,8%) e i ricavi da Sms (10,7%). P


iuttosto contenute le quote di ricavo provenienti dalle rimanenti voci, che
variano fra il 7,8% rilevato per “Altri ricavi”, cioè gli introiti derivanti da
attività diverse dalla telefonia mobile (servizi accessori alla telefonia
mobile, reti di trasmissione, servizi informatici, fornitura di accesso a
Internet, ecc.) e il 4,4% relativo ai ricavi per chiamate a servizi di
informazione e servizi a valore aggiunto.

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