Nelle ultime ore prima del verdetto atteso del giudice federale, ThomasPenfield Jackson, Microsoft ha inviato una proposta di patteggiamento, chegli avvocati governativi hanno pero respinto.
Microsoft, in extremis, ci ha provato. A circa quarantotto ore dall’atteso
verdetto sulla causa antitrust, che la oppone al Dipartimento Usa di
giustizia, la casa di Redmond ha inviato una dettagliata proposta di
patteggiamento agli avvocati governativi, i quali hanno però giudicato
inadeguato quanto indicato nel documento. Il tentativo è arrivato quale
extrema ratio per evitare il pronunciamento del giudice federale, Thomas
Penfield Jackson, atteso per oggi. Non è troppo chiaro che cosa sia
contenuto nella proposta, sia per motivi di ovvia riservatezza sia perché,
da fonti vicine alle parti, è stata definita "tecnicamente complicata".
Sembra però che Microsoft abbia dato una sostanziale disponibilità a
dividere il proprio browser Internet Explorer dal sistema operativo
Windows. Tuttavia, dopo aver consultato alcuni esperti tecnici, gli
avvocati governativi non hanno ritenuto di dover volare di corsa a Chicago
per riprendere i negoziati con la controparte, evidentemente ritenendo che
non vi fossero sufficienti elementi innovativi rispetto a quanto emerso in
sede di dibattimento.
In mancanza di nuove clamorose sorprese, il giudice federale dovrebbe
decidere oggi come procedere contro Microsoft, dopo averne già riconosciut
o
qualche mese fa l’abuso di posizione monopolistica nel campo dei sistemi
operativi desktop. Per un po’ si è subodorata la possibile scissione
dell’azienda in due o più rami di attività, ma in tempi recenti si è f
atta
largo un’ipotesi di semplice costrizione a prassi commerciali più aperte e
controllabili dall’esterno, in particolare sugli elementi che possono
essere aggiunti al puro Windows.