Tic, un network di aziende per promuovere la cultura dell’innovazione

Fondato nel 2001, il Technology and Innovation Council si sta attivando per realizzare una fattiva collaborazione nazionale tra l’universo dell’istruzione e il mondo delle imprese. Diverse le iniziative congiunte per formare personale qualificato nell’Ict.

 


Fondato nel 2001, il Technology and Innovation Council si sta attivando per realizzare una fattiva collaborazione nazionale tra l’universo dell’istruzione e il mondo delle imprese. Diverse le iniziative congiunte per formare personale qualificato nell’Ict.

"Le imprese italiane usano ancora troppo poco le tecnologie dell’informazione. Per reggere la sfida dei mercati internazionali anche i sistemi aziendali locali sono "condannati" all’innovazione, ossia a crescere in qualità aumentando il loro livello di intelligenza e produttività". È questa, in sintesi, la denuncia che da tempo Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, lancia nei suoi interventi, come al Forum Ambrosetti su "Il futuro dell’industria in Italia".


Cifre alla mano, il ministro ha posto l’accento su alcuni dati relativi all’impatto dell’innovazione tecnologica: solo l’11,4% delle imprese italiane utilizzerebbe le nuove tecnologie, contro il 61% in Usa ed il 45% medio in Germania, Francia e Inghilterra. Stanca, tematizzando alcune proposte a livello governativo destinate a promuovere lo sviluppo del Sistema Paese, ha esortato le imprese a premere sull’acceleratore dell’innovazione. Le nuove tecnologie devono, infatti, servire a migliorare la qualità della vita, avvicinando le persone alle fonti di informazione e conoscenza (e-learning/formazione, domanda/offerta lavoro e così via), portando risposte e soluzioni a chi ne ha più necessità (e-government, telemedicina, telelavoro) ma, soprattutto, attuano la pari dignità sociale di tutti i cittadini sancita dall’art.3 della Costituzione.


Sull’onda di queste necessità è nato Tic (Technology and Innovation Council), un network di aziende italiane e multinazionali che si sono aggregate proprio allo scopo di promuovere la cultura dell’innovazione in Italia attraverso diversi strumenti per stimolare un’applicazione intelligente e sostenibile della tecnologia nel Bel Paese. Al Tic (www.biweb.it/sponsorship/int/scheda_tic.asp#cosa) aderiscono quasi 30 imprese, appartenenti prevalentemente all’area dell’high-tech. "Si tratta di realtà imprenditoriali assai diverse fra loro – spiega Paolo Conti, direttore del Tic -, unite dal fatto di credere fortemente nel valore dell’innovazione. Con la loro azione all’interno del Tic, queste aziende intendono migliorare la competitività del business environment italiano e fare in modo che l’innovazione tecnologica venga applicata in modo sostenibile, al fine di produrre vantaggi concreti". Nel corso della propria attività, iniziata ufficialmente nell’autunno del 2001, il Tic ha tra l’altro avviato l’apertura di tavoli di lavoro specifici con i ministeri dell’Innovazione e dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur). Il frutto della collaborazione con quest’ultimo è stato un Libro Bianco, che ha contribuito a definire gli obiettivi del ministro Letizia Moratti in materia di innovazione tecnologica del sistema scolastico e universitario. Il Libro Bianco conteneva alcuni progetti concreti per migliorare il sistema grazie all’innovazione sostenibile. Alcuni di questi progetti, come l’Agorà degli Stage, sono attualmente in via di attuazione.

Il ruolo chiave del Miur


"Perché si realizzi il programma europeo finalizzato a creare entro il 2010 nella Ue uno spazio per l’apprendimento permanente – ribadisce Conti – è essenziale che venga drasticamente incrementato lo sforzo collaborativo fra l’universo dell’istruzione e il mondo delle imprese, oggi notevolmente frammentaria e senza un piano attuativo coerente a livello territoriale". In effetti, da parte delle imprese esiste una certa difficoltà nel creare canali di collaborazione stabili con il mondo dell’istruzione; in questo senso il Miur può senza dubbio svolgere un ruolo chiave nel miglioramento di questo processo, contribuendo a standardizzare alcuni processi collaborativi e a rendere quelli realizzati localmente applicabili su scala più ampia.


Sono diverse le iniziative congiunte promosse dalle imprese con l’obiettivo di formare il personale che intendono integrare nel proprio organico: master, organizzazioni di stage aziendali, scambio di competenze, progetti per la formazione dei docenti e degli studenti o la messa a disposizione di risorse e tecnologie. "A questo scopo – prosegue Conti – il Tic, insieme al Miur, a Confindustria e al Crui (Consiglio dei rettori universitari italiani – ndr), sta portando avanti un progetto finalizzato alla creazione di un portale ufficiale, chiamato Agorà degli stage, che permetterà di raccogliere la domanda e l’offerta di stage e di facilitare i contatti tra il mondo dell’istruzione e quello dell’impresa attraverso lo sviluppo di una community online che raccoglierà le offerte del mondo aziendale, suddivise per settore, tipologia di figura richiesta mentre una redazione avrà il compito di gestire le informazioni pubblicate sul sito. Ad oggi stiamo cercando i finanziamenti necessari alla realizzazione del progetto che, si spera, sarà attivato entro la fine di quest’anno e, in ogni caso, ci vedrà precursori a livello europeo".


La filosofia di fondo che muove l’iniziativa è la presa di coscienza del fatto che gli investimenti sul mondo della scuola, come quella di regalare pc e hardware, non hanno portato molto valore aggiunto. Le aziende, invece, hanno sviluppato metodologie e contenuti che possono realmente migliorare il livello culturale e portare un’innovazione costruttiva.

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