Texas Instruments: 6,5 miliardi per National Semiconductor

L’operazione consentirà a TI di rafforzarsi nell’area dei chip analogici, indirizzando mercati e clienti nuovi.

Un investimento da 6,5 miliardi di dollari in contanti, pari a 25 dollari per ogni azione ordinaria.
Tanto Texas Instruments è disposta a pagare per rilevare gli asset di National Semiconductor, riconoscendo alla società un premio del 78% sulla sua attuale valutazione.

L’operazione consente a TI di espandere la sua presenza sul mercato dei chip analogici, ampiamente utilizzati in settori che vanno dagli apparati industriali ai telefoni cellulari.
Un segmento, quello dei chip analogici, che secondo Texas ha generato un giro d’affari di 42 miliardi di dollari lo scorso anno e del quale la società detiene una share del 14%.
Più che a conquistare il 3% di share attualmente in mano a NatSem, Texas Instruments sembrerebbe interessata alla presenza della società sul fronte del power management e secondo alcuni analisti sarebbe proprio questa la chiave di lettura dell’operazione: un ampliamento delle attività verso clienti e segmenti applicativi finora non toccati o solo parzialmente indirizzati.
Non a caso, nel corso della conferenza di annuncio dell’operazione, il ceo di NatSem Don Macleod ha ripetutamente fatto cenno a settori nuovi, dalle tecnologie Led al solare fino ai veicoli elettrici, sottolineando come l’acquisizione da parte di TI, sebbene non cercata, di fatto favorirà l’accelerazione dello sviluppo in questi ambiti.

Il piano di riorganizzazione delle attività, a seguito dell’acquisizione, non prevede licenziamenti nell’area engineering, manufaturing o vendite, mentre potrebbero esserci delle razionalizzazioni nell’area amministrativa.

L’accordo, che necessita delle autorizzazioni da parte degli enti regolatori, potrebbe chiudersi nei prossimi sei-nove mesi e potrebbe cominciare a generare utili entro un anno dalla sua conclusione.

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