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Test – AmpliTube Fender 1.1

IK Multimedia, software house italiana con quartier generale a Modena, non ha bisogno di presentazioni per chi si occupa di audio professionale, mentre AmpliTube è il software di modellazione ed emulazione di amplificatori ed effetti che ha reso noto il marchio IK Multimedia tra chitarristi e bassisti. Il catalogo IK Multimedia è molto ricco e include anche il famoso campionatore Sample Tank, numerosi virtual instruments, il software di mastering T-RackS e altre applicazioni. Ma l’offerta della casa modenese non si limita al software: è di recente introduzione la linea di pedali per chitarra e basso e l’interfaccia StealthPlug, prodotti perfettamente integrati con le applicazioni della serie AmpliTube.

Altrettanta ricchezza la ritroviamo nella linea AmpliTube, che ormai più che un prodotto è da considerarsi una piattaforma, una tecnologia completa e variegata di emulazione di amplificatori per chitarra. L’ammiraglia della serie è AmpliTube 2, software di modellazione che offre l’emulazione di più di 80 apparecchi per chitarra, tra testate, cabinet ed effetti, e che può funzionare come applicazione stand-alone o come plug-in VST/AU/RTAS per le più diffuse DAW su Mac OS X e Windows. Al software principale si sono andate via via affiancando edizioni speciali dedicate a specifici generi, marche, chitarristi o scenari; ad esempio AmpliTube Metal, una cascata di distorsioni per i generi più “tosti”, AmpliTube Jimi Hendrix, per ricreare i suoni del mito della chitarra elettrica, e AmpliTube Fender, la più recente aggiunta alla gamma e prima e unica suite software ufficialmente approvata da Fender per la modellazione dei leggendari amplificatori della casa americana. In questa occasione parliamo proprio di AmpliTube Fender e parte delle cose che diremo, riguardanti le caratteristiche di base del software, sono valide anche per le altre edizioni, che analizzeremo in altri articoli dedicati.

Created by IK Multimedia Team in cooperation with the tone gurus at Fender”, si legge nella finestra di info: non siamo quindi di fronte a una semplice operazione di marketing, ma alla virtualizzazione digitale di più di sessant’anni di storia del rock ‘n’ roll, country and western, jazz, rhythm and blues e tanti altri generi targati Fender, realizzata grazie alla collaborazione con i “maghi del suono” della stessa Fender, per riportare quanto più fedelmente possibile sotto forma di emulazione digitale l’anima sonora dei circuiti originali.

L’installer provvede a copiare nel Mac sia l’applicazione stand-alone, da avviare con semplice doppio clic, sia i plug-in per le tecnologie audio host compatibili: Audio Unit, VST, RTAS. Dopo l’installazione è necessario attivare la licenza mediante una procedura d’autorizzazione che richiede la connessione a Internet mediante il proprio account IK Multimedia (eventualmente da creare). Nonostante ciò, l’operazione risulta comunque fluida e abbastanza veloce.
Non è necessario possedere una costosa DAW professionale per sfruttare AmpliTube Fender come plug-in: esso è infatti utilizzabile anche in GarageBand, il software musicale incluso in ogni Mac. In GarageBand, infatti, dopo aver creato una traccia di tipo Strumento reale, sarà possibile inserire AmpliTube Fender nella catena d’effetti selezionandolo dalla sezione Effetti Audio Unit. L’interfaccia di scelta e personalizzazione dei suoni è la stessa della versione stand-alone; ci baseremo quindi su quest’ultima, per concentrarci sulle funzioni del software.

Innanzitutto è opportuno sottolineare come la modellazione del suono sia un’attività molto pesante in termini di potenza computazionale richiesta: è un lavoro davvero faticoso per un processore. AmpliTube Fender è un’applicazione Universal e il produttore indica come requisiti di sistema consigliati un processore G5 dual 2 GHz o Intel Core Duo 2,3 GHz con 2 GB di RAM e Mac OS X 10.4.4 o successivo.

Le nostre prove si sono svolte su un MacBook Pro Core 2 Duo 2,2 GHz con 4 GB di RAM e scheda audio FireWire Echo AudioFire4. In questa configurazione, una semplice catena composta da due effetti a pedale, amp, cabinet ed effetto rack arrivava rapidamente a un carico di ben oltre il 30% sulla CPU; e quando la performance del sistema non riesce a stare al passo con le richieste del software, vengono introdotti dei fastidiosi disturbi e artefatti nel suono. Per trovare un buon compromesso tra qualità e fluidità del suono si può attivare o disattivare l’alta risoluzione nelle preferenze. Per un soddisfacente equilibrio tra latenza e prestazioni è possibile regolare la dimensione del buffer nell’audio setup. Nella nostra configurazione un buffer size di 128 garantiva una buona suonabilità e, anzi, diminuirlo a 64 sembrava causare problemi di riproduzione mentre già a 512, pur riducendosi il carico sulla CPU, la latenza diventava eccessiva.

Scheda riassuntiva

Punteggio

4/5
info
IK Multimedia
www.ikmultimedia.com
059 285496
prezzo
€ 169,99 + Iva

Pro
eccellente qualità della modellazione
– tanti amplificatori e preset disponibili
– versatilità nella creazione di un proprio sound personale
– plug-in per i principali standard e applicazione stand-alone

Contro
– interfaccia a dimensione fissa
– manca una vista d’insieme della catena
– la modellazione software richiede hardware “muscoloso” e attrezzato

Universal Binary

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