Tendenza al rialzo nel 2001 per gli stipendi dei professionisti It

L’annuale indagine esclusiva sull’andamento professionale e retributivo delle principali figure informatiche in Italia ha evidenziato che il 47% del campione ha ricevuto un aumento nella busta paga. Diminuisce la tentazione verso la libera professione.

Con l’inizio del millennio arriva al primo giro di boa anche la nostra inchiesta esclusiva sui professionisti dell’informatica, giunta all’undicesima edizione. In tempo di skill shortage, il fenomeno che sta caratterizzando da qualche anno il settore, è interessante scoprire le ultime evoluzioni professionali e retributive dei nostri lettori, che, inviandoci centinaia di questionari compilati, anche quest’anno ci hanno permesso di inquadrare le evoluzioni in atto e capire se effettivamente le figure It sono state coinvolte dal forte impatto apportato nelle aziende da Internet, come tutte le indagini degli analisti evidenziano.


Prima di entrare nel merito di quanto emerso quest’anno dalla nostra inchiesta, vogliamo, tuttavia, analizzare la situazione dell’occupazione sia a livello nazionale che mondiale seguendo le rilevazioni del recente Rapporto Assinform sull’occupazione Ict nel 2001, realizzato dall’Associazione nazionale delle aziende di informatica e Tlc in collaborazione con la Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Milano Bicocca e NetConsulting.


I dati preliminari del Rapporto, (che però monitorizza l’andamento occupazionale presso le società che di fatto operano nell’It e Tlc), evidenziano innanzitutto come dal ’98 a oggi nel settore siano nate ben cinquemila nuove aziende, molte delle quali al Sud, il che ha comportato una crescita degli occupati pari a 47mila unità. Dal ’98 al 2000 la nascita di nuove imprese si è soprattutto concentrata su ditte individuali (soprattutto partite Iva) che sono cresciute del 20% e su società di capitali (Srl e Spa) aumentate dell’8%.


Analizzando il contesto a livello territoriale, emerge un significativo dinamismo da parte del Sud Italia, in particolare Campania, Basilicata, Puglia e Sardegna, dove l’incremento del 2000 sul ’98 va dal 10 al 15%. In particolare si evidenzia l’area di Lecce, dove l’aumento è del 21,4%. Al Nord, secondo il Rapporto Assinform, nel periodo in esame i migliori trend di crescita sono stati riscontrati nel Nord-Est; in particolare nell’area del Brenta e soprattutto nel Friuli, tra Udine e Pordenone, l’incremento di nuove imprese ha raggiunto valori tra il 15 e il 20%. Il settore dell’Ict si è, dunque, dimostrato quello con i più alti tassi di crescita dell’intero tessuto produttivo nazionale, superiore all’industria e ai servizi.


Complessivamente, quindi, nel 2000 l’area dell’Ict ha visto salire del 3,7% il numero degli addetti (era però del 5,7% nel ’99 sul ’98), attestandosi a complessive 533mila unità. Da tempo, le maggiori opportunità di impiego sono offerte dall’area software e servizi, i cui dipendenti sono passati da 233mila unità nel ’98 a quasi 264mila nel 2000, rappresentando circa il 49,5% dell’intera forza lavorativa del settore.


Un ritrovato dinamismo si è verificato negli ultimi anni anche nell’area hardware, dove gli addetti nel 2000 hanno raggiunto le 56mila unità, pari a una crescita sul ’99 del 4,4% e a una quota, sul totale Ict, del 10,6%.


L’area servizi e apparati di Tlc, pur avendo un peso del 32,8% sulla forza lavoro complessiva (era però del 33,7% nel ’99), ha segnato nell’ultimo anno una crescita di solo l’1%, passando dai 173mila addetti del ’99 ai quasi 175mila, frutto di un trend di assestamento che sconta gli incrementi ben più sostenuti degli anni passati.


Se allarghiamo l’analisi degli addetti Ict anche sul fronte delle aziende utenti (come banche, industria, Pa, utility e via dicendo) vediamo che le cifre si dilatano notevolmente, in quanto presso queste ultime realtà sono stimati in 407mila gli addetti con funzioni Ict e 94mila con skill Ict high profile.


Il totale porta dunque a oltre un milione gli esperti in Ict nel nostro Paese.


Un contributo notevole all’occupazione di figure specializzate nell’Ict è venuto negli ultimi tempi dalle piccole e medie imprese, in quanto in realtà da 1 a 9 dipendenti la crescita di personale (ingressi al netto delle uscite) è stato del 9,2% nel 2000, del 6,7% nella fascia da 10 a 49 addetti, del 5,5% in quelle da 50 a 249 addetti e solo del 2,5% nelle imprese con più di 250 dipendenti.


Uno sguardo al mondo e all’Europa



Allargando l’orizzonte al resto del mondo, secondo una delle più recenti ricerche disponibili, quella dell’Ocse (condotta nel 2000 ma riferita al 1997) l’81,6% degli occupati nell’Ict apparteneva ai sette paesi più industrializzati e solo il 34,7% ai paesi dell’Unione europea. Per quell’anno si era calcolato che il totale dei lavoratori del settore fosse pari a circa 12,8 milioni, di cui il 36% era presente negli Stati Uniti.


Restringendo il campo all’Europa, secondo l’ultima indagine dell’Eito (European Information Technology Observatory) nel 2000 le risorse professionali impegnate nell’Ict sono state quasi 9,2 milioni, ma, evidenzia l’Eito, la domanda era per 10,3 milioni di professionisti, quindi un ammanco di risorse di 1,2 milioni. Un gap che però è destinato a crescere ancora, ma forse non ai livelli prospettati un anno fa sulla base della crescita di figure registrata tra il ’99 e il 2000 e calcolata in un 44%. Gli analisti mettono in evidenza che la fame delle aziende è soprattutto di nuovi professionisti con competenze relative alle tecnologie Internet e, secondo un’indagine di Accenture, per il 2002 è stato calcolato sche negli Stati Uniti saranno circa 5,8 milioni i lavoratori esperti di Internet e 3 milioni in Europa. In particolare, di questi il 34% sarà assorbito dalla Germania e il 28% dal Regno Unito, mentre alla Francia toccherà un 19%, all’Italia un 11% e un 7% alla Spagna.


I risultati dell’indagine 2001


Passando ora ad analizzare quanto emerso dalle risposte dei nostri lettori, anche se il campione non è omogeneo con quello dell’anno scorso, possiamo però rilevare le tendenze in atto presso i professionisti dell’It. Il primo dato che emerge è che quest’anno il 47% del campione ha in media dichiarato di aver avuto un aumento dello stipendio (contro un 45% dell’anno scorso), al cui interno, naturalmente, ci sono dei picchi significativi là dove ci si aspettava di trovarli. Alludiamo alle figure professionali occupate in ambito Internet, le più ricercate del momento: ben il 66,7% ha dichiarato di aver avuto un aumento di stipendio negli ultimi 12 mesi (dato che spiega anche l’elevato grado di soddisfazione per l’attuale impiego), ma un buon 50% ha ammesso di aver avuto l’aumento in seguito al cambio d’azienda, confermando, così, anche il turnover che caratterizza questa categoria professionale. Bene anche per gli analisti/programmatori e per gli Edp manager, quest’ultimi gratificati da un riconoscimento soprattutto interno all’azienda, in quanto il turnover è dichiarato solo da un 10% del campione.


L’esperienza lavorativa è ritenuta dalla maggior parte dei nostri lettori la qualità più determinante al- l’aumento della retribuzione, ma per certe figure hanno un notevole peso anche le caratteristiche personali, date da un insieme di fattori tra i quali sicuramente la capacità di saper lavorare in team o r guidare i propri collaboratori, come nel caso degli Edp manager. La capacità di saper relazionare con i colleghi ha, quindi, per certe figure professionali il sopravvento sulle varie specializzazioni che possono essere acquisite nel corso della carriera. Tra i dati rilevati troviamo anche un maggior attacamento, rispetto all’edizione precedente, alla condizione di dipendente e un minor desiderio di lasciare l’attuale impiego per la libera professione (contrariamente a quanto espresso nell’edizione 2000). I più convinti dell’attuale impiego sono risultati gli analisti/programmatori, ma anche i sistemisti/capi progetto, mentre una certa tentazione a mettersi in proprio l’hanno dichiarata gli esperti di sviluppo Internet, allettati dal fatto che sul libero mercato potrebbero guadagnare molto di più. Riguardo alla domanda se l’avvento di Internet cambierà nel breve termine i contenuti della professione, la maggior parte del campione si è espressa a favore del cambiamento, citando soprattutto il fatto che la Rete offrirà nuove opportunità professionali. Però quando si chiede se la propria figura professionale cambierà nel tempo, la maggior parte del campione si è espressa per una continuità del proprio ruolo, forse rispondendo più a un desiderio inconscio (in quanto a tutti i livelli i cambiamenti fanno paura) che a una reale convinzione. Tuttavia, quelli maggiormente propensi a una trasformazione in atto sono risultati gli analisti/programmatori, il 50% dei quali si è espresso per un proseguimento dell’attuale ruolo, mentre un 33,3% è propenso a un cambiamento, ma anche un 16,7% teme una riduzione del proprio ruolo all’interno dell’azienda. Infine, un dato significativo è quello riportato nella tabella sopra, che smentisce chi prevedeva una graduale dismissione dei centri informatici presso le aziende. L’aumentare della consapevolezza presso il top management che l’It è un elemento strategico per il business aziendale ha portato a un consolidamento delle strutture (per quasi il 60% delle aziende è rimasto inalterato) mentre ben un 21% ha dichiarato l’inserimento di nuovi professionisti e solo un 7,29% ha dichiarato una riduzione.

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