Tempi lunghi per l’e-learning mobile

Il settore si trova ancora in una fase pioneristica

“Ora come ora l’e-learning su dispositivi mobile sta vivendo una fase
pionieristica. E’ un po’ come nei primi tempi del Web. Non ci sono proposte
standard conosciute e tutto sembra possibile”
. Le affermazioni di Giorgio
Natili, relatore di un incontro a Smau sul tema lasciano spazio a un ventaglio
molto ampio di opportunità da sfruttare. L’obiettivo è conquistare un pubblico
che normalmente non è interessato ai corsi o alla formazione: i giovani, che
solitamente hanno più dimestichezza con le tecnologie e sono più propensi a
usare dispositivi “inconsueti”, che siano tablet pc, Symbian o pocket
pc.


Libero da obblighi di frequenza e vincoli di presenza, l’utente dovrebbe
poter fruire dei contenuti dei corsi ovunque, soprattutto nei tempi morti degli
spostamenti. Perciò l’usability diventa un requisito indispensabile, visto che
in autobus o in treno non si ha a disposizione il mouse o una tastiera estesa. I
contenuti proposti dovrebbero essere innanzitutto leggeri da scaricare e facili
da navigare, “scrollando” verso il basso, e preparati tenendo conto
delle configurazioni minime di chi ne fruisce. Allo stesso tempo, bisogna fare
uno sforzo per trasformare dei semplici file da scaricare in lezioni vere e
proprie condivise da una classe. A questo proposito si pensa a delle bacheche
online, moderate da un tutor, in cui gli studenti possono scambiarsi
informazioni, oppure a ospitare blog con i profili degli utenti, per farsi
conoscere dal proprio gruppo di studio.


Non c’è dubbio che con le tecnologie future e con la presenza compatta di
dispositivi mobili studiare così diventerà sempre più facile, gli spunti di
applicazione ci sono e sono numerosi, l’importante sarà cambiare atteggiamento e
non continuare a considerare l’e-learning un “esotismo”.

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