Tempi di pagamento ancora oltre i 100 giorni

Nonostante l’Italia sia stato uno dei primi Paesi dell’Ue a recepire la Direttiva sui tempi di pagamento, entrata in vigore nel 2013, con l’intento di ridurre i ritardi e di mitigare i problemi di liquidità incontrati dalle Pmi, le attese rimangono superiori ai termini previsti (30 giorni per la Pa e 60 giorni per i privati). L’ultima indagine effettuata da Fondazione Impresa su un campione di mille imprese (con meno di 20 addetti) indica che i tempi di pagamento nel nostro Paese non stanno diminuendo in modo significativo e rimangono al di sopra dei termini previsti dalla Direttiva: le piccole imprese attendono più di 100 giorni nei rapporti con la Pa (102,3) mentre per quanto riguarda le prestazioni verso i privati i tempi medi di pagamento sono appena al di sotto degli 80 giorni (79,7). E tutto ciò nonostante nel giugno 2014 la Commissione Europea, dopo vari avvertimenti, abbia aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto della Direttiva.

Tra le piccole imprese esiste un generale senso di sfiducia sul rispetto dei tempi di pagamento. Infatti meno di un terzo degli imprenditori (il 32,6%) ritiene che la Direttiva Europea abbia comportato effetti positivi per la propria impresa, mentre il 67,4% degli intervistati sostiene come non ci siano stati effetti positivi, con un 23,7% di piccole imprese che considera i provvedimenti “per niente” efficaci.

Notizie incoraggianti invece sul fronte delle misure introdotte dai governi italiani per sbloccare i pagamenti della Pa verso le imprese (certificazione e il successivo pagamento di debiti pregressi): oltre l’85% delle imprese che opera con la Pa ha utilizzato queste misure, con percentuali leggermente più elevate nel caso della piccola impresa manifatturiera (87,4%) e nel Nord Ovest (86,9%). Nello specifico, il 44,6% delle imprese si è “fermato” alla certificazione delle somme in questione mentre il 29,8% ha richiesto la compensazione dei crediti con i debiti e l’11,2% lo sconto delle fatture in banca in modo da ottenere liquidità immediata. “Queste misure –  puntualizza Fondazione Impresa – hanno avuto successo tra le piccole imprese in quanto queste realtà imprenditoriali scontano maggiori problemi di liquidità e di accesso al credito”. Una conferma del successo dei provvedimenti adottati riguarda la quota abbastanza bassa di imprese (14,9%) che hanno ancora in sospeso somme relative al 2013 (o anni precedenti).

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