Telefoni cellulari: in Italia la ripresa è prevista per il 2003

A guidarla, secondo un recente rapporto redatto da Mediobanca Industry Research, saranno gli Sms, unitamente ai messaggi multimediali, che sopperiranno al calo di fatturato dei servizi voce.

In un recente rapporto, Mediobanca Industry Research
ha tracciato i contorni del mercato della telefonia mobile nostrana, da qui al
2010. Dopo aver registrato – tra il 1995 e il 2001 – un decremento nel ricavo
medio per utente (Arpu), pari al 30%, la società di ricerca ha sottolineato
come, nella telefonia cellulare, di ripresa si potrà parlare solo a partire dal
2003. Nessuna buona nuova, invece, per l’anno in corso, per il quale i segnali non
sono del tutto incoraggianti. Una condizione, quest’ultima dettata
principalmente dall’aumento repentino della competizione tra gestori, e dal calo
della quota di terminazione delle tariffe da rete fissa a mobile, di competenza
di quest’ultimi, oltre che dell’Authority delle Tlc.

A quanto pare,
secondo lo studio condotto dalla società, l’Arpu mensile – ovvero l’Average
Revenue Per User – dei gestori di telefonia mobile, è destinato a scendere,
nell’anno in corso, da un valore medio di 26,7 euro a 25,8, per risalire
leggermente nel 2003, fino a quota 26,4 euro. Agli Sms il merito della ripresa. Una ripresa che,
secondo gli esperti, sarà accentuata dalla diffusione dei nuovi servizi di
messaggistica avanzata che, appoggiandosi a reti e dispositivi di nuova
generazione, permettono di inviare non solo testo, ma anche
immagini, grafica e suoni. Un business non indifferente, se si considera
che, nel 2003, gli utenti di casa nostra dovrebbero inviare qualcosa come una
ventina di miliardi di Sms, rispetto ai nove registrati nel 2001. In definitiva,
insomma, ci si attende che siano quest’ultimi a
sopperire al calo di fatturato registrato, già in questi ultimi anni, dai
servizi telefonici di sola voce. Secondo dati Mediobanca, infatti, la
trasmissione dati peserà per il 20% sull’Arpu dei gestori, salendo – entro il
2010 – fino al 50%.

Ma ancora, nel prossimo biennio, non si potrà contare
sui servizi Gprs, meno che meno su quelli Umts. A quanto pare, infatti,
quest’ultimi peseranno solo in minima parte sul fatturato degli operatori telco,
visto e considerato che, i clienti attivi nella tecnologia 2,5G, a fine 2002,
dovrebbero pesare circa il 6% su tutti gli utenti mobili, e solo l’11% nel
2003. Intanto, però, il giro d’affari complessivo del settore in esame dovrebbe
raggiungere, alla fine del prossimo anno, quota 19 miliardi di euro, rispetto ai
16 del 2001, con un tasso cumulativo medio di crescita che – tra il 2003 e il
2010 – Mediobanca stima non inferiore al 6%. E secondo le ultime indicazioni, da
qui ai prossimi nove anni, alla testa della classifica degli operatori nostrani
troveremo ancora Tim e Omnitel, in testa rispettivamente con il 38 e
il 29% dell’intero mercato italiano, seguite con forte distacco da Wind (15%),
H3g (12%) e Ipse (6%).

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