Tecnologie in e out. Prima parte

Wireless lan, Bluetooth e tablet pc. Qualche consiglio per non sbagliarsi

La maggior parte delle innovazioni tecnologiche possono essere inquadrate in
poche macrocategorie. Proviamo una prima classificazione articolata su tre
punti: integrazione delle reti, interferenze tra aziendale e consumer e
adeguamento dell’It ai 64 bit. Proviamo quindi ad associare a ciascuna categoria
una linea guida semplice, del tipo: buona, cattiva, non buona subito.


Wireless locale, wireless remota, rete telefonica ed
Internet
vanno sempre più verso il concetto di “Rete
Unificata”
. Ecco la prima linea guida: l’integrazione delle reti è un
fattore positivo. Alcuni approcci nati per la casa sono offerti senza
particolare cautela anche al mercato Pmi o del professionista. E’ chiaro cosa
dice alle Pmi la seconda linea guida: il consumer è negativo. Parlando di pc e
server, microelettronica, hardware e software stanno lentamente adeguandosi a
memorie più ampie. Prima o poi sarà necessario seguire l’innovazione: aspettare
qualche mese o qualche anno, in questi casi, sembra la scelta migliore, come se
ci fosse la terza linea guida: non passare a 64 bit oggi se
puoi farlo domani.


Viva la rete unica. Il Voip porta a un risparmio diretto dei
costi di bolletta telefonica, soprattutto all’interno del network aziendale di
fornitori e clienti; acquisendo i servigi di un opportuno provider (Unidata, ma
a breve anche i carrier) si può chiamare anche da e verso la rete telefonica
classica. Inoltre il Voip, o meglio la Ip telephony, rende più agevole il
controllo delle chiamate. Il sistema non è ancora del tutto affidabile, ma è già
molto usato. Le wireless lan sono un ottimo sistema per risparmiare il denaro
della posa dei cavi, mantenendo la libertà di movimento sia statica sia
dinamica. Da non trascurare la possibilità – per casi speciali o servizi
secondari – di avere dischi di rete semplici come un elettrodomestico. Un ottimo
complemento alle reti wireless è l’approccio dello standard Home Plug, che usa
le linee elettriche come veri e propri cavi di rete. Costo e qualità sono
paragonabili a quelle del wifi b, almeno fino ad una decina di connessioni, ma
con minori problemi di copertura anche su piani diversi dello stesso stabile. In
questa categoria citiamo anche il WiMax. Questo sistema non è nato per le aree
densamente popolate e già servite da capaci reti telefoniche e Internet.
Australia, Cina, India, Africa, invece, potranno impiantarlo con grande
successo, anche con pochi utenti posti a grande distanza.


Abbasso il consumer Senza mezze parole, Bluetooth e pre-n in azienda
non servono
. Speriamo che abbia veloce successo l’imminente Wireless
Usb, molto più “informatico” del Bluetooth 1 o 2 che sia. Peggio ancora è la
802.11n, un sistema che usa contemporaneamente tutti e tre i canali non
sovrapposti del wifi g (1, 6 e 11) impedendo qualsiasi altra comunicazione sulla
banda 2,4G. Venduto in versione ancora non standardizzata con il nome di
“pre-n”, viene lanciato come videoserver digitale nelle case super. In
azienda non solo non serve, ma è anche dannoso. Non necessariamente tra i
consumer, ma certo nella categoria dei bocciati, va messo il Tablet pc. Nato
come evoluzione del portatile, al quale aggiungeva vari strumenti collaborativi
e soprattutto la possibilità di usare l’ampio touchscreen come un foglio di
carta, ha certamente fallito il suo obiettivo. Il mercato infatti l’ha
interpretato come un portatile più costoso, più complesso e meno portatile (per
peso e consumo) degli altri. Adesso Microsoft ne tenta il rilancio con una
strategia inizialmente commerciale, mentre gli orientali stanno provando una
strada più tecnologica, spesso affidandosi al chip Crusoe di Transmeta. Le
eccezioni esistono sempre, ma nessuna delle due proposte sembra sostenibile come
scelta generale.

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