Collaboration, Bpm, Ilm e Soa: quanto e come declinare queste voci d’offerta sulle necessità delle medie imprese italiane. Dietro l’angolo nuove opportunità per il trade
Dicembre 2008
Di quali tecnologie deve dotarsi la media impresa italiana per non perdere in competitività?
Rispondere a questa domanda non è semplice, dato che il fronte dell’offerta è molto effervescente.
Computer Dealer&Var ne ha selezionate quattro da tenere sott’occhio e, senza pretesa di esaustività, ne ha parlato con alcuni vendor che le considerano centrali nell’offerta. Prendiamo, per esempio, la collaboration. Le medie aziende sono sempre più distribuite sul territorio, alcune addirittura su scala globale, e le decisioni coinvolgono un numero crescente di persone che devono condividere le informazioni: tutto ciò fa nascere l’esigenza di operare in modo più collaborativo, così che si possa esplicare appieno il potenziale di uno schema organizzativo flessibile, basato su una leadership che si manifesta a ogni progetto, sull’innovazione e la creatività dei componenti dei team di lavoro.
E visto che i nuovi strumenti fanno sentire vicine anche persone molto lontane, le soluzioni di collaboration portano il non trascurabile vantaggio di rendere evitabili le trasferte, con conseguente taglio dei costi, per non parlare dei vantaggi ambientali.
Tutto sotto controllo
È sotto gli occhi di tutti, poi, come le informazioni stiano proliferando, tanto che da tempo il problema è gestirle, archiviandole sui supporti più adatti. La risposta è l’Information lifecycle management. Qui l’accento non è sulle persone quanto sull’infrastruttura, sull’insieme di storage e software che realizza la gestione, visto che il processo è in larga misura automatico. Tra le tante cose che si possono fare con le informazioni, una delle più importanti è, poi, il controllo delle performance. E qui le sigle si sprecano, tutte che finiscono con “pm”: Bpm, se l’attenzione è il business, Epm, se alziamo l’obiettivo a livello aziendale, Ppm se ci concentriamo sul singolo progetto.
Si tratta di applicazioni diverse, ma che nascono tutte dalla necessità di verifica continua delle decisioni e di controllo in real time dei processi. Come ultima tecnologia, è stata scelta la Soa, un’architettura che non è legata al contesto di business come le precedenti, ma piuttosto riguarda lo sviluppo delle componenti applicative. Curioso che questa tecnologia, comprensibile solo per un numero ristretto di addetti ai lavori, abbia suscitato interesse nei vertici aziendali.
Ciò si spiega con il fatto che con la Soa sono balzati all’attenzione alcuni concetti chiave come la possibilità di far interoperare sistemi diversi, soddisfando le richieste degli utenti in modo integrato, e il riuso dell’esistente, prolungando la vita utile degli investimenti pregressi, un risultato non trascurabile in tempi di budget ristretti.





