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La nuova tecnologia trova posto al ristorante

Distinguiamo fra agrifood tech e food tech: mentre il primo termine accomuna le centinaia di startup che stanno lavorando per aumentare le risorse alimentari del pianeta, il secondo riguarda la tecnologia che si fa largo nel tradizionale ristorante.

Un buon punto di osservazione globale per questo secondo segmento è il National restaurant association show di che si è svolto recentemente a Chicago.

La fiera mette in mostra nuove tecnologie che possono per esempio aumentare la produttività del ristorantei e dei locale in genere. È il caso di Barsys, pioniere della tecnologia e della mixology, ha reso il concetto più accessibile grazie allo smart cocktail maker.

Le macchine per i cocktail

Un modello base della macchina Barsys può contenere fino a cinque distillati base e tre miscelatori, e impiega circa 25-45 secondi per creare un cocktail.

Gli utenti possono controllare le ricette di bevande del sistema e programmarle (fino a duemila) tramite un’applicazione corrispondente. Il sistema fornirà inoltre raccomandazioni in base alle preferenze dell’utente e alla cronologia.

Una versione d’elite più veloce ha anche una stazione di bottiglie gassate per servire cocktail frizzanti. Barsys sostiene che l’utilità della macchina è da vedere più sul lato dell’acquisizione dei dati per inventario e le tendenze di consumo rispetto alla sostituzione dei barmen.

Somabar è un’altra macchina da cocktail con connessione Wifi in grado di contenere liquori e mixer e preparare fino a trecento ricette. Somabar utilizza una “tecnologia proprietaria di miscelazione statica” per garantire che ogni bevanda sia miscelata in modo corretto e proporzionale e, come Barsys, formula anche raccomandazioni basate sulle ricette di bevande programmate in precedenza dall’utente.

Nell’Illinois si è parlato anche dei servizi di consegna dei piatti del ristorante. Ci stiamo dirigendo verso un mondo fatto di on-demand in cui ristoranti e servizi di terze parti si aiutano a vicenda per aumentare i margini di profitto, e il cibo di alta qualità arriva sempre a portata di mano in modo rapido ed efficiente.

Ma, a parte il problema delle consegne che incidono dal 15 al 40% dell’importo degli ordini, rischiando di non essere convenienti soprattutto per i piccoli locali, c’è da segnalare l’iniziativa di Apex che ha presentato la sua stazione di ritiro self-service automatizzata per alimenti.

L’Apex Hot-Holding Device è fondamentalmente un armadietto per alimenti a due lati che consente agli operatori di caricare cibo caldo da un lato e di avvisare il cliente, che riceve un codice di prelievo che vale solo per lui come succede per il ritiro dei pacchi di Amazon.

Questo significa che si può ordinare, pagare e prendere un ordine senza mai interagire con un altro essere umano. E’ una evoluzione ulteriore del cibo già pronto.

L’altra versione della stazione Apex consente una precisione di ordinazione ancora maggiore: è un sistema di scaffalatura che utilizza la tecnologia beacon per rilevare i dispositivi mobili dei clienti.

Una volta che quel particolare cliente entra nel ristorante e viene rilevato, lo scaffale che contiene l’ordine si accende. Non c’è codice da inserire.

 

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