Tecnologia ed estetica guidano lo sviluppo di Asustek

Il papà dell’Eee pc ne spiega la genesi, le opportunità e le difficoltà per un prodotto che punta sulla novità e non sul prezzo

Una disruptive opportunity. Così Jonney Shih, chairman di Asustek definisce l’Eee pc. «Non nasce come prodotto a basso costo – sostiene Shih – ma come soluzione che prima non c’era, come qualcosa di completamente diverso rispetto a tutto quanto si è fatto negli anni nel mercato dei pc e dei notebook».

Racconta di come il progetto è nato, di come è stato importante coinvolgere Intel per sviluppare quella che Forbes Asia, prima ancora che avesse un nome commerciale, aveva già ribattezzato la “Jonney machine”. Soprattutto rivendica una ricerca tecnologica e di design in prodotto che «pesa meno di un libro di Harry Potter ed è valso ad Asus continui riconoscimenti e premi internazionali».

Sbagliano i competitor che inseguono l’Eee pc sulla scia del prezzo, dimenticando che si tratta di una nuova filosofia di prodotto, sostiene e annuncia gli sviluppi futuri del concept per almeno altri dodici mesi. Così nella roadmap compaiono, oltre al box presentato al Computex, uno stick (si parla di un controller tipo Wii), un monitor che nel terzo trimestre dovrebbe rivisitare il concetto degli all-in-one e dei touch screen, e due sigle (S1 e K1) sulle quali Jonney Shih mantiene il più stretto riserbo.

Ammette che i problemi nell’approvvigionamento di batterie hanno penalizzato il primo trimestre e condizionato il secondo, ma parla di una situazione in via di normalizzazione.

«Il gruppo sta comunque crescendo oltre le aspettative. Lo scorso anno abbiamo chiuso a 22,3 miliardi di dollari contro i 16 dell’esercizio precedente e di questi 6,9 sono legati al marchio Asus».

Entrano nei 22,3 miliardi anche i 16 milioni di schede madri consegnate e tutte le attività condotte da Pegatron e Unihan, le società alle quali competono tutte le attività nell’area componentistica e games.

Coniuga pragmatismo e filosofia Shih, che da un lato ricorda come uno dei punti di forza sia il disporre di abbondanti risorse sia a Taiwan che in Cina, dove il minore costo del lavoro favorisce lo spostamento delle attività di produzione, mentre lo sviluppo tecnologico e il design rimangono a Taiwan.

Non è un caso che si parli di costi cinesi e velocità taiwanese, dall’altro sottolinea le cinque virtù sulle quali è fondata Asustek: modestia, integrità, diligenza, agilità e coraggio.

Parla della teoria del leone gigante, che significa essere dominatori di un territorio specifico ma anche essere dimensionalmente imponenti («Sono giganti Intel, Toyota, Microsoft, Walmart, Ibm, Samsung»), ma introduce anche un’idea di lean thinking che si traduce concretamente in una ricerca continua di innovazione, che è tecnologica si, ma anche estetica.

«In altre parole, da un lato cerchiamo di portare nei nostri prodotti quanto possiamo dal punto di vista tecnologico – afferma Sdih -. Parliamo, dunque, di efficienza energetica, di accesso istantaneo a Internet, di WiMax nei notebook. D’altro canto, tuttavia, non trascuriamo una ricerca estetica che ci ha portato, Eee pc a parte, a concepire prodotti come i notebook con le cover in pelle o in bamboo oppure gli smartphone della linea Lamborghini, perché diamo importanza ai dettagli».

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